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Consumo di suolo nel Sud Est Milano: ombre e luci del 2021

di Roberto Silvestri

 Le amministrazioni del Sud Est Milano

Prevale ancora una visione miope che frantuma il nostro territorio per fare posto a nuovi edifici, sigillando suolo coltivato o aree boschive, con un danno ambientale e paesaggistico. Arroganza, scarsa trasparenza e poca attenzione ai cittadini caratterizzano alcune amministrazioni con cui ci siamo confrontati, amministrazioni che hanno una visione del futuro che sa di passato. Crescita e sviluppo sono le parole che riempiono le loro bocche, parole che, in assenza di una riflessione su quale crescita e quale sviluppo, si traducono inevitabilmente nell’accettare qualunque richiesta di costruire da parte dei proprietari delle aree. Salvo poi rivendicare un’anima ambientalista per aver piantato qualche albero. Positiva, invece, l’opposizione dei sindaci all’ipotesi, avanzata dalla regione, di una nuova autostrada per risolvere i problemi del traffico sulla Binasca.

Le risposte dei cittadini

Qualche luce l’abbiamo trovata: la mobilitazione di cittadini e comitati a difesa di luoghi minacciati, una ritrovata attenzione alla mobilità dolce con nuove ciclabili. Di fronte all’assalto al suolo sono spontaneamente sorte associazioni di cittadini per difendere questo bene comune No logistica San Zenone, Comitato Salviamo il Pratone a San Donato, No logistica Paullo, Comitato Stop San Carlo / Bertarella a Melegnano. Manifestazioni, raccolte di firme e appelli, due diffide presentate alle amministrazioni comunali ed un ricorso al TAR sono le risposte degli abitanti al consumo di suolo nel loro comune.

I numeri del consumo di suolo

I numeri rischiano di essere cosa noiosa da leggere ma sono fondamentali se si vuole analizzare quello che succede. Due le fonti ufficiali sul consumo di suolo in Lombardia, ciascuna con le proprie specificità; entrambe ci consentono di fare riflessioni e considerazioni che sono sempre assenti quando si parla di sigillare nuovo suolo.

Dai censimenti e dal rapporto DUSAF scopriamo che in poco più di 60 anni la popolazione del nostro territorio è cresciuta circa del 250% ma le aree antropizzate sono cresciute più del doppio sottraendo circa 5.000 ettari di suolo agricolo.

Dati censuari della popolazione; in assenza, dalle registrazioni anagrafiche dei comuni. I dati di uso del suolo sono contenuti nel rapporto DUSAF

La perdita di suolo agricolo diminuisce la disponibilità di cibo. Si stima [i] che in Lombardia un ettaro di suolo possa nutrire 5,9 persone; perdendo quei quasi cinquemila ettari abbiamo condannato alla fame perpetua circa 30 mila persone. In Lombardia l’autoproduzione alimentare ricopre solo il 74,1% del fabbisogno calorico. Inevitabile ricorrere alle importazioni, con un effetto negativo sulla bilancia dei pagamenti e con la perdita di sovranità alimentare sia per noi che per i paesi che ci vendono il cibo, molto spesso sottraendolo ai loro connazionali.

Dalla lettura dell’ultimo rapporto ISPRA scopriamo che, nel 2020, la Lombardia era la regione con la più alta percentuale di suolo consumato: il 12,1%, con la provincia di Milano al 31,6%.

I comuni dell’area omogenea del Sud Est, con la sola eccezione di Carpiano, attestata sul valore regionale, erano sopra la media regionale ma sotto quella provinciale, salvo San Donato Milanese (35,9%) e Melegnano, all’ultimo posto con il 47,3% .           Nel 2020, l’anno in cui l’economia si è fermata per la pandemia, il consumo di suolo è stato contenuto, se così si può definire la perdita di oltre dieci ettari. I comuni che hanno continuato a consumare suolo sono stati Mediglia, Paullo, Peschiera, San Giuliano, San Zenone e Vizzolo, tutti con un valore vicino all’1% della superficie comunale.

Dal Rapporto ISPRA

Dal dato dei comuni della Città Metropolitana di Milano appare evidente come positiva sia la tutela del suolo garantita dal Parco Agricolo Sud Milano.

Il rapporto valuta anche i costi della perdita dei servizi ecosistemici (SE) del suolo sigillato.

A puro titolo di esempio, il rapporto Mappatura e valutazione dell’impatto del consumo di suolo sui servizi ecosistemici valuta che solo per il sistema di raccolta e allontanamento delle acque in un’area urbanizzata occorrono 6.500 euro per ettaro per anno.

Avete mai visto questi costi nelle analisi economiche di un piano di intervento urbanistico? Eppure, non stiamo parlando di minuzie, l’impatto del consumo di suolo è significativo, un costo annuo per ettaro tra 36.000 e 55.000 euro, un valore che (capitalizzato) è maggiore della rendita speculativa derivata dall’edificazione. E non possiamo dimenticare che questi costi sono finanziate dalle tasse, dunque, escono dalle nostre tasche. E sono costi che oggi paghiamo noi, poi li dovranno pagare i nostri figli e i nostri nipoti… per l’eternità. Non si spiega dunque la disattenzione dei nostri amministratori locali che dimenticano di considerare questi costi, disattenzione certamente colpevole dato che oggi questi dati sono di pubblico dominio. Lo rileva anche il rapporto che scrive:

[…] la scala locale rimane invece più difficile da affrontare.

È quello a cui assistiamo quotidianamente nei nostri comuni. Il suolo è considerato cosa senza valore e il suo proprietario può disporne a proprio piacimento, basta che versi un piccolo obolo alla comunità.

Il futuro consumo di suolo

Oltre alla situazione fotografata nei dati ISPRA e DUSAF, le previsioni che si prospettano per il nostro territorio non sono certamente rosee, all’orizzonte si profilano pesanti interventi di cementificazione. Nei nostri comuni poche sono state le amministrazioni che hanno ridotto o proposto di ridurre il consumo di suolo e, a quanto ci risulta, nessuna ha proposto di ampliare l’area del Parco Agricolo Sud Milano nei suoi confini.

Pesanti nuvole nere soprattutto su due comuni.

A San Donato la pandemia sta cambiando i rapporti sociali, nelle aziende lo smart working sta svotando gli uffici ma sembra che l’amministrazione non se ne renda conto. Cosa succederà degli immobili che resteranno vuoti in un mercato immobiliare che è fermo ormai da anni? Dobbiamo aspettarci a breve nuove aree degradate? Nonostante questo, l’amministrazione comunale continua con i suoi progetti di consumo di suolo. Sull’area De Gasperi Ovest e sul Pratone dovrebbero sorgere ottocento nuovi appartamenti. A Cascina San Francesco è previsto un mega impianto sportivo, contraltare ad uno simile, progettato a tre chilometri di distanza.

In più, contro ogni logica e contravvenendo alle raccomandazioni delle leggi europee, nazionali e regionali, l’amministrazione, invece di utilizzare aree dismesse, ha deciso di costruire una struttura pubblica sul Pratone, l’area al centro della città che sarà parzialmente sigillata da insediamenti privati.

Melegnano, maglia nera del Sud Est Milano, sta progettando di consumare altro suolo vergine. Il PGT deciso dalla precedente amministrazione prevede la cementificazione di quattro lotti per 409.307 mq; l’attuale amministrazione non solo non ha cercato di modificare il PGT ma si è rassegnata a soddisfare i più ingordi appetiti delle proprietà. Contro questo scempio è nato un comitato di cittadini; sono stati presentati una diffida per bloccare l’edificazione di un lotto su cui era presente un’area boscata e un ricorso al TAR per bloccare i piani attuativi di un altro lotto. Per finanziare i costi del ricorso stiamo raccogliendo fondi.

Altro fronte di confronto con le amministrazioni sarà quello della Binasca. Per risolverne i problemi di traffico un progetto della regione ipotizzava, tra l’altro, la costruzione di una nuova autostrada. Abbiamo studiato i documenti, incontrato esperti e amministratori e infine prodotto un libro bianco (disponibile a questo link) che motiva la nostra posizione: limitarsi alla messa in sicurezza dei tratti stradali più problematici, posizione condivisa anche dagli amministratori locali, con cui però dovremo confrontarci per fissare un nuovo obiettivo: consumo di suolo zero lungo tutto il tracciato stradale.

Chi fosse interessato ad approfondire il tema può trovare il rapporto completo con altri riferimenti e ulteriori tabelle a questo link

[i] Da Il sistema del cibo a Milano, approfondimento tematico sulla Food Policy del Comune di Milano.

In apertura, il Ripamonti Residence di Pieve Emanuele (foto di © Adriano Carafòli)

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