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I benefici della forestazione urbana

di Pietro Mezzi

Da alcuni anni la forestazione urbana è questione centrale nelle politiche ambientali ai vari livelli, tanto da entrare a far parte dell’agenda di governo di numerosi stati e capitali del mondo.

Oltreoceano, alla metà circa del decennio scorso, il tema si è imposto nelle politiche urbane di grandi città statunitensi come Los Angeles, Denver, New York che, tra le prime, hanno aderito alla Million Trees Initiative, con programmi e progetti di messa dimora di milioni di esemplari. A loro hanno fatto seguito migliaia di altre città, grandi e piccole, degli Stati Uniti, con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria e dell’ambiente urbano.

La milionesima piante messa a dimora a New York City all’interno del programma Million Trees Initiative

Il logo della Million Trees Initiative di Los Angeles

Più recentemente, con la percezione sempre più evidente degli effetti del cambiamento climatico, c’è stato un cambio di registro: da iniziative di riduzione dell’inquinamento atmosferico a strategia di contenimento delle emissioni dei gas serra.

Si spiegano così altre iniziative internazionali come il programma internazionale Tree Cities of World, promosso dall’Onu e da Arbor Day Foundation.

Il logo del programma Fao-Arbor Day Foundation Tree Cities of the World

Per arrivare a cogliere l’importanza della forestazione urbana, il nostro Paese ci arriva con ritardo e solo sulla spinta delle sempre più numerose iniziative internazionali. Solo negli ultimissimi tempi infatti si è assistito a un repentino cambio di rotta, frutto di un’altrettanta rapida presa di coscienza.

Lo testimoniamo gli appuntamenti del Forum mondiale sulle foreste urbane di Mantova (2018) e Milano (2019), il lancio del progetto Forestami del Comune e della Città Metropolitana di Milano (2018), le esperienze di Mantova, Torino e soprattutto di Prato, che con le sue Urban Jungle (idea di Stefano Mancuso e progetto di Stefano Boeri) si pone alla testa del movimento di riconquista del verde nelle città e nei centri urbani.

Il logo del World Forum on Urban Forests di Mantova nel 2018

In questo contesto hanno poi acquistato importanza particolare le iniziative delle Comunità Laudato Si’, nate dall’enciclica di Papa Francesco del 2015, e l’appello (Un Albero in Più) di Stefano Mancuso, Carlo Petrini e Domenico Pompili del settembre 2019.

I servizi ecosistemi delle foreste urbane

La considerazione puramente estetica e ricreativa del verde urbano è ormai superata da tempo: le foreste urbane sono state riconosciute, anche se solo di recente, come produttrici di beni e servizi ecosistemici. In tutto il mondo vengono riconosciuti il valore delle foreste urbane nel fornire benefici di tipo ambientale, economico e sociale, che correlati tra loro concorrono alla creazione di città più sostenibili.

Miglioramento del clima e riduzione dei gas climalteranti – Come è noto, le aree urbane fanno registrare temperature superiori rispetto agli ambienti circostanti (in media tra 0,5 e 3°C), un fenomeno che assume un rilievo particolare se si considerano gli effetti dei cambiamenti climatici. Le aree verdi urbane e le piante sono in grado di esercitare un’influenza positiva sia sul clima che sulla qualità dell’aria nei dintorni, attenuando l’effetto isola di calore e aumentando l’umidità e mitigando gli eccessi microclimatici. Per quanto riguarda gli impatti climatici della vegetazione urbana, studi sperimentali sugli effetti termici delle piante dimostrano che le tipologie delle piante attorno a un edificio, modificando la sua esposizione al sole e al vento, favoriscono il comfort indoor e diminuiscono il fabbisogno energetico per il riscaldamento e la refrigerazione. Tra le politiche di adattamento ai cambiamenti climatici assumono quindi importanza le aree verdi, i parchi, i viali alberati, il verde verticale e i tetti verdi.

Attenuazione dei rumori – La vegetazione in città, in modo particolare le siepi, è in grado di ridurre il livello e la percezione dei rumori generati dal traffico, dalle attività produttive e da quelle umane. La combinazione di siepi, vegetazione, tetti e facciate verdi può portare a una riduzione importante del rumore, in funzione della specie vegetale, delle dimensioni e della forma delle foglie, della densità delle chiome e degli aspetti dimensionali delle piante.

Francia, un viale di platani (fotografia ©Adriano Carafòli)

Protezione idrogeologica – Con le loro radici, le piante trattengono il terreno e contribuiscono alla stabilità dei versanti. Nelle aree urbane, dove il consumo di suolo provoca l’impermeabilizzazione dei terreni, le acque meteoriche che non vengono assorbite scorrono rapidamente in superficie, inducendo problemi idraulici, con allagamenti e inondazioni. La presenza delle piante rende i suoli in grado di assorbire una parte delle piogge, che poi vengono rilasciate gradualmente sia nelle falde idriche sotterranee che nei corpi idrici superficiali. Ciò va a ridurre l’erosione idrica superficiale e il rischio idrogeologico. Al contempo il mantenimento dell’acqua nel territorio, con il ravvenamento delle falde e il costante flusso d’acqua nei torrenti e fiumi, consente di avere una risorsa rinnovabile indispensabile per l’agricoltura e l’approvvigionamento idrico della popolazione.

Miglioramento del paesaggio – La vegetazione lungo le infrastrutture di trasporto ne migliora l’inserimento paesaggistico, contribuendo all’immagine del territorio. La presenza di aree verdi migliora le caratteristiche estetiche della città, rendendola più appetibile come luogo per vivere e lavorare.

Tutela della biodiversità locale – Le aree verdi urbane sono fondamentali per il mantenimento della biodiversità locale, formata da una gamma di habitat popolati da numerose specie di piante e animali selvatici. Gli ambienti urbani svolgono un ruolo nella conservazione della biodiversità globale, essendo di fatto dei mosaici di nicchie ecologiche che ospitano una diversità di specie.

Benefici per la salute dei cittadini – I benefici diretti apportati dal verde urbano alla salute dei cittadini sono messi in luce da numerosi studi. Oltre agli aspetti legati al miglioramento della qualità dell’aria, del clima e all’attenuazione dei rumori, che apportano indubbi vantaggi alla salute pubblica, va considerato che lo stress acuto e cronico assume un importante rilievo nella salute pubblica. Uno stress prolungato si associa ad altri disturbi, quali infezioni e malattie cardiovascolari, immunologiche e dell’apparato digerente, oltre a diabete, aggressività e depressione. Il contatto con la natura rigenera l’organismo e riduce lo stress.

Benefici sociali – Insieme ai benefici sanitari, le aree verdi urbane apportano vantaggi di natura sociale che si ripercuotono positivamente anche come risparmio per le amministrazioni pubbliche e per i singoli cittadini. Tali cifre possono essere individuate nei costi evitati per il disinquinamento dell’aria e dell’acqua, nel risparmio dei costi sanitari, nella produzione di cibo e materie prime, nella promozione turistica dei territori e delle attività indotte. Gli investimenti nelle infrastrutture verdi sono caratterizzati da un elevato rendimento nel tempo, fornendo nuove opportunità di lavoro, tanto che si possono ritenere ottime alternative rispetto all’uso intensivo dei terreni e alla conseguente trasformazione in infrastrutture grigie. La condivisione di spazi verdi pubblici aumenta la coesione sociale. Queste attività rafforzano le relazioni sociali e costruiscono un forte senso di comunità, riducendo l’isolamento e l’emarginazione. Il mantenimento di giardini e orti comunitari offre anche risvolti formativi e occupazionali.

Incremento del valore immobiliare – L’incremento di valore immobiliare apportato dalla presenza di alberi e aree verdi nei pressi degli edifici residenziali è un altro dei servizi ecosistemici che riguarda direttamente l’interesse economico delle persone. È indubbio che i quartieri verdi sono quelli più appetiti come zone residenziali.

In apertura, fotografia di ©Adriano Carafòli.

Il testo è tratto dal libro “Fare Resilienza” (Altreconomia) dello stesso autore.

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