di Luciana Scaglione (ricordi di mio padre)
Avevo 14 anni quando, morta mia madre e in piena seconda guerra mondiale, mi trasferii con mio padre e i miei fratelli a Vittoria da Santagata di Militello.
Avevo 14 anni quando mi resi conto che Vittoria era piena di tedeschi che avevano occupato tutti gli uffici pubblici e le scuole
Avevo 14 anni quando mi sono accorto che la scuola elementare, costruita a forma di M = Mussolini dai fascisti, era stata requisita e adibita a caserma tedesca
Avevo 14 anni quando, curioso della curiosità dei ragazzi, mi avvicinai ai militari tedeschi, ragazzi anche loro, poco più grandi di me, che a gesti mi invitarono a giocare a pallone e poi mi regalarono la cioccolata
Avevo 14 anni quando il più grande di loro mi si sedette vicino sugli scalini della scuola e mi mostrò, commosso, la foto della moglie e dei figli
Avevo 14 anni quando il ragazzo con gli occhi azzurri mi regalò un aereo di legno che aveva costruito per suo figlio
Avevo 14 anni quando il più giovane di loro mi fece capire con parole e con gesti che quella notte sarebbero dovuti partire in missione aerea per perlustrare lo spazio su Malta
Avevo 14 anni quando, con le lacrime agli occhi, il ragazzo più biondo mi disse in uno assurdo italiano: “se noi stare vivi passare kon aereo su kasa, se no, noi Kaput”
Avevo 14 anni quando dalla spiaggia di Scoglitti ho visto il cielo notturno, lontano, sul mare, per ore squarciato da lampi e fiamme come ci fosse il temporale
Avevo 14 anni quando ho sollevato da terra un oggetto curioso che mi scoppiò in mano e mi fece perdere tre dita
Avevo 14 anni e per raccontare la disavventura che mi era capitata ho aspettato inutilmente tutto il giorno, col cuore in gola, che l’aereo passasse sulla “Kasa”
Avevo 14 anni e non capivo il perché della guerra ed il perché della morte assurda dei miei compagni di giochi
Immagine di copertina: aereo caduto (dall’archivio privato della famiglia Riggio)