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L’Osservatorio suolo e paesaggio: chi siamo

di Roberto Silvestri

Il suolo è un bene comune, come l’aria e l’acqua.

Il suolo è una risorsa non rinnovabile, la sua formazione è un processo che richiede centinaia di anni.

Il suolo non è una superficie, ma un corpo vivo. Un grammo di terreno contiene milioni di organismi e diverse migliaia di specie di batteri.

Il suolo regola il ciclo naturale dell’acqua, dell’aria e delle sostanze organiche e minerali.

Il suolo è l’anello fondamentale che lega il flusso energetico con il ciclo dei nutrienti del nostro pianeta.

Il suolo assorbe l’acqua. Più consumo di suolo, più inondazioni; con il loro prezzo in vite umane ed i costi sociali ed economici che comportano. Un ettaro impermeabilizzato ci costa 6.500 euro all’anno solo per la gestione delle reti di raccolta delle acque.

Il suolo assorbe e immagazzina carbonio, aiutando a mitigare il cambiamento climatico.

Il suolo è indispensabile per l’agricoltura e l’allevamento. Meno suolo, meno cibo.

Chi siamo

Siamo cittadini, rappresentanti di associazioni ambientaliste, culturali e naturalistiche [1] che operano nei 15 comuni dell’area omogenea Sud Est di Milano che, dopo aver contribuito alla raccolta di firme per la proposta di una legge europea contro il consumo di suolo, hanno deciso di unirsi per monitorare e combattere la cementificazione sul nostro territorio.

La difesa del suolo va di pari passo con la tutela dell’agricoltura, del paesaggio e dei beni architettonici, oggi oscurati da capannoni, spesso abbandonati e fatiscenti, da innumerevoli centri commerciali e da mega insediamenti di logistica, che stanno crescendo come funghi velenosi sul nostro territorio, peraltro senza alcun quadro di riferimento.

Ci battiamo per la salvaguardia delle aree agricole, delle oasi naturalistiche, dei boschi, per la difesa della biodiversità e per la tutela del patrimonio culturale, i segni del nostro passato, della nostra storia e della nostra cultura: palazzi, mulini, cascine, chiese e castelli.

A livello locale, abbiamo costituito una rete di sentinelle che ha il compito di segnalare progetti che, nei loro comuni, sottraggano suolo e bellezza a un territorio già gravemente devastato.

Insieme poi ci muoviamo per contrastarli.

Stiamo lanciando due Censimenti, uno sulle aree verdi per capire quale potrebbe essere il destino riservato loro dai PGT e poter quindi avviare progetti di tutela ancora prima che siamo effettivamente minacciate, l’altro sulle aree dismesse per essere in grado di proporre alternative per nuove infrastrutture o insediamenti senza dover consumare nuovo suolo.

Abbiamo anche deciso di produrre un libro fotografico con l’obiettivo di raccontare anche visivamente miserie e nobiltà del nostro territorio.

A livello nazionale ci battiamo affinché venga approvata una legge che:

  • arresti definitivamente il consumo del suolo;
  • sancisca che le esigenze insediative e infrastrutturali siano soddisfatte esclusivamente con il riuso e la rigenerazione urbana;
  • definisca le previsioni edificatorie dei PGT comunali su terreni liberi come semplici indicazioni e non acquisizione di diritti da parte dei proprietari. Questo toglierebbe a molti amministratori l’alibi di consumare suolo perché già previsto dai loro predecessori;
  • vincoli la destinazione degli oneri di urbanizzazione solo alla realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria che non comportino nuovo consumo di suolo e/o a interventi di risanamento, riuso, rigenerazione, messa in sicurezza e riqualificazione delle città, dell’ambiente e del paesaggio;
  • imponga l’obbligo di valutazione di impatto paesaggistico ed ecosistemico anche in zone non a vincolo paesaggistico. Proprio dove il paesaggio è più trasformato c’è bisogno di riportare armonia e bellezza; non basta piantare qualche albero per compensare i danni ambientali e paesaggistici che si realizzano.

Il territorio

Per secoli il nostro territorio, insieme agli altri comuni del Basso Milanese, è stato l’orto di Milano. Questo fino agli anni Cinquanta quando la modernità ha spopolato i campi e i contadini sono andati in fabbrica a lavorare.

Ora lo scenario economico mondiale è nuovamente cambiato e il nostro ruolo nell’economia della metropoli è tornato ad essere quello di distributore, però di merci solo in transito nel nostro territorio.

Questo ruolo è evidenziato anche in un articolo de Il Cittadino, scritto a margine di un convegno sull’economia nel Sud Milano organizzato con l’Università cattolica:

«Il Sud Milano è una zona di passaggio, metaforico ma anche fisico, con un flusso continuo di mezzi, merci e persone, in un’area dove si intrecciano vie di comunicazione fondamentali». Un’immagine che rimarca come proprio la specificità di questo territorio possa anche essere una sorta di laboratorio capace di indicare una via alla mondialità, dove convivono realtà di livello internazionale […] e al tempo stesso prospera un tessuto di attività ricco e diversificato, capace di spaziare dalla tradizione agricola alla innovazione digitale più spinta, passando attraverso logistica, distribuzione, servizi e attività socioassistenziali.

La differenza tra questi due modi di essere di servizio alla città è però sostanziale: mentre nel passato il territorio produceva cibo ed anche i suoi abitanti ne condividevano i benefici, oggi a noi milanesi del Sud Est di questo di ruolo di supporto logistico alla metropoli restano solo i disagi: consumo di suolo, aumento di traffico e dell’inquinamento.

Nel prossimo numero faremo il bilancio del consumo di suolo nell’anno appena trascorso.

Le foto di questo articolo sono di © Adriano Carafòli

[1] L’Osservatorio è un organismo composto dalle strutture locali di Italia Nostra, Legambiente, WWF, Slow Food, DESR, Amici di Carlotta, Comitato Tilt Vizzolo, Greensando, Comitato Stop alla logistica Sordio-San Zenone, Associazione per i Vivai proNatura, Associazione per il Parco Sud Milano, Associazione NOI, Associazione Cittadini di Paullo, Comitato salviamo gli alberi di via Galvani a Peschiera Borromeo, Comitato Salviamo il Pratone, Comitato No Logistica di Paullo e Associazione Culturale per l’Autogestione

 

 

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