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Melegnano sul Cammino di San Colombano

Vincenzo Caminada

Il 3 aprile scorso in Sant’Eustorgio, a Milano, alla presenza del console onorario d’Irlanda, è stata presentata la prima guida ufficiale del Cammino di San Colombano; un mese dopo circa, il 1 maggio, la presentazione è nuovamente avvenuta alla Fiera dei Grandi Cammini, a Fiera Milano City.

La guida descrive esaurientemente un’antica via di pellegrinaggio che attraversa gran parte dell’Europa e che ricalca le orme dell’Abate del VI-VII secolo che dall’Irlanda, sua terra natale, andò fino a Bobbio e vi fondò la celebre abbazia nel cuore dell’Appennino.

Colombano è una delle figure più influenti della sua epoca, riconosciuto come uno dei fondatori dell’Europa per la sua opera di evangelizzazione, civilizzazione e riunificazione del Vecchio Continente, che ha contribuito alla sua ricostruzione dalle macerie dell’impero romano.

Nel 591, a cinquant’anni, salpò con dodici discepoli da Bangor, in Irlanda del Nord, e per oltre trent’anni viaggiò attraverso l’Europa fondando comunità e monasteri in territori che, ancora oggi, ne ricordano le gesta e conservano la memoria: Irlanda, Gran Bretagna, Francia, Germania, Svizzera, Austria e Italia.

Colombanoe il suo discepolo Gallo furono figure chiave del monachesimo irlandese, il primo grande movimento monastico d’Europa che promuoveva l’alfabetizzazione e l’istruzione, anticipando il grande movimento monastico del Medioevo.

L’itinerario culturale Europeo pensato e tracciato dall’Associazione Europea del Cammino di San Colombano viene costantemente seguito nel suo sviluppo e nella sua realizzazione da tre associazioni molto attive: gli Amici di San Colombano per l’Europa, di San Colombano al Lambro,  gli Amici di San Colombano di Bobbio, gli Amici del Cammino di San Colombano, di Vaprio d’Adda.

È l’occasione per ripercorrere i passi del Santo, che attraverso le Alpi giunse a Milano.

I governanti Longobardi lo indirizzarono verso la piccola cittadina di Bobbio, situata all’estremità settentrionale degli Appennini. Qui fondò la sua ultima Abbazia che divenne centro di stabilità e cultura in un periodo di violenza e turbolenze, e resterà per secoli l’istituzione più influente dal punto di vista religioso e culturale di tutto il Nord Italia.

Colombano morì nel 615. I suoi resti sono custoditi nella cripta della Basilica dell’Abbazia, dove ogni anno migliaia di persone si recano a venerarne la memoria. La cripta è la mèta del cammino che in territorio italiano si snoda per 330 chilometri circa su una lunghezza complessiva di oltre 5mila.

L’itinerario italiano parte dal confine svizzero a Villa di Chiavenna, costeggia il lato orientale del lago di Como lungo il panoramicissimo Sentiero del Viandante fino a Lecco e da qui prosegue seguendo il fiume Adda, lungo lo spettacolare itinerario dell’Ecomuseo Adda di Leonardo, per poi raggiungere l’area milanese lungo il naviglio Martesana.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’attraversamento di Milano porta il pellegrino a raggiungere il cuore della città, il Duomo, toccando poi S. Eustorgio per poi, da Porta Romana, puntare a uscire dalla città passando dalla antica chiesina di Nosedo.

Usciti da Milano, attraversando il Parco Sud Milano nel nostro territorio, si incontrano le celebri abbazie di Chiaravalle e di Viboldone, e poi, ricalcando il tracciato ovest destinato al Sentiero dei Giganti, la cappellina degli svizzeri di Mezzano, fino a Melegnano con il suo Castello visconteo-mediceo e la basilica di San Giovanni, Lodivecchio col suo parco archeologico e la basilica di S. Bassiano, Sant’Angelo Lodigiano col suo castello visconteo, fino a San Colombano al Lambro, col suo castello e le sue chiese, che acquisì il nome dal famoso ospite che in quelle terre vi transitò lasciando una traccia indelebile.

Colombano esamina il progetto del monastero di Bobbio (Quadro di Felice Vanelli; chiesa parrocchiale di San Colombano al Lambro)

Incuneato fra le province di Lodi e di Pavia, l’ultimo tratto in terra lombarda ricalca la Via Francigena in territorio di Orio Litta e Corte Sant’Andrea, dove al Transitum Padi, recentemente battezzato Guado di Sigerico e di San Colombano, un traghetto, denominato San Colombano, attende il pellegrino e il camminatore per traghettarlo al di là dal Po sulla sponda piacentina.

Sulle prime colline si incontrano il castello e il palazzo di Agazzano e la antica pieve di Verdeto, per proseguire poi fra il verde dell’appennino piacentino fino alla tomba del Santo nella famosa abbazia di Bobbio.

Trovo anche interessante immaginare cosa avrebbe visto il monaco Colombano nel suo viaggio nell’Italia del Nord dell’epoca. Non considerando le eventuali distruzioni per le varie invasioni barbariche e le guerre gotiche, lungo il percorso corrispondente a quello di oggi avrebbe verosimilmente visto:

A Milano le basiliche paleocristiane di Santa Tecla, Sant’ Ambrogio, San Lorenzo, Sant’Eustorgio, San Nazaro Maggiore e San Simpliciano. A Occhiò il tempietto romano, forse in rovina o già trasformato in cappella cristiana. A Pedriano, forse già edificata, la chiesa longobarda di San Michele. A Lodivecchio la basilica dei XII Apostoli (S. Bassiano) e la chiesa paleocristiana di S. Maria, oltre alle parti di Laus Pompeia sopravvissute alle distruzioni.

Certamente questo Cammino è molto suggestivo e può chiaramente fungere da potente motore per un rilancio culturale e turistico dei territori attraversati, ma richiede decisamente dei miglioramenti sostanziali per renderlo percorribile più in sicurezza, creando in futuro, ove possibile, delle alternative ciclopedonali ai numerosi tratti promiscui col traffico auto, compito che va affidato soprattutto ai vari Comuni attraversati.

Ipotesi di pista ciclopedonale tra Viboldone e Melegnano a Mezzano, grazie all’introduzione del senso unico (elaborazione di Vincenzo Caminada)

Melegnano, con la fortuna di ritrovarsi in casa questo storico percorso, da parte sua ha però molto da fare. Per prima cosa deve individuare un idoneo itinerario di attraversamento adatto sia ai pedoni che alle biciclette (queste ultime sono attualmente indirizzate dalla guida verso vie a senso vietato) e conseguentemente deve installare la segnaletica, ora totalmente assente (tranne un paio di cartelli in ingresso al confine nord con S. Giuliano) e in uscita al confine sud con Cerro al Lambro.

La segnaletica al confine dei comuni di San Giuliano e Melegnano (notare il logo dell’associazione europea del Cammino di San Colombano)

 

 

“Siamo infatti tutti membra di un solo corpo, sia Galli che Britanni che Irlandesi che di ogni altra nazione”, così scrisse San Colombano, il primo vero precursore di una casa comune europea, con i popoli uniti in una sola grande famiglia.

Un altro cartello tra Melegnano (quartiere Giardino) e Cerro al Lambro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Testi tratti in parte e rielaborati da: In – Lombardia.it (itinerari religiosi in Lombardia). Mappa e altre notizie tratte dalla nuova guida: Barbuscia-Beretta, “Il Cammino di San Colombano”,          Terre di Mezzo editore.  

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