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Melegnano, no al consumo di suolo sull’area San Carlo – Bertarella

a cura dell’Osservatorio Permanente contro il consumo di suolo e per la tutela del paesaggio nel Sud Est Milano

Pochi giorni fa abbiamo ricordato Peppino Impastato. Peppino ci ha spiegato l’importanza della bellezza, arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà.

All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima; ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore».

Ci sono persone e associazioni che non si rassegnano, non mettono le tendine alle finestre o piante sui davanzali. Tra loro, in prima fila sul nostro territorio, le diciotto associazioni che fanno parte dell’Osservatorio permanente contro il consumo di suolo e la tutela del paesaggio nel Sud Est Milano.

Oggi non c’è molta considerazione per il suolo, se è pubblico non ce ne occupiamo, ci accontentiamo di poterlo calpestare per camminarci sopra, se invece è privato lo crediamo di esclusiva proprietà di qualcuno, che può decidere cosa farne senza renderne conto alla comunità. Non si ha, si è persa, la comprensione della sua importanza per la nostra stessa esistenza.

Uno dei due pioppi neri colossali dell’area San Carlo. Notate l’altezza in rapporto a quella del persona davanti all’albero.

Il suolo è un bene comune, come l’aria e l’acqua.

Il suolo è una risorsa non rinnovabile, la sua formazione è un processo che richiede da centinaia a migliaia di anni.

Il suolo non è una superficie, ma un corpo vivo. Un grammo di terreno contiene milioni di organismi e diverse migliaia di specie di batteri.

Il suolo regola il ciclo naturale dell’acqua, dell’aria e delle sostanze organiche e minerali.

Il suolo assorbe l’acqua. Più consumo di suolo, più inondazioni con il loro prezzo in vite umane ed i costi sociali ed economici che comportano.

Il suolo assorbe e immagazzina carbonio, aiutando a mitigare il cambiamento climatico.

Il suolo è l’anello fondamentale che lega il flusso energetico con il ciclo dei nutrienti del nostro pianeta. È indispensabile per l’agricoltura e l’allevamento. Meno suolo, meno cibo, aumento delle importazioni di generi alimentari che spesso sottraiamo ai paesi poveri. Salvo poi lamentarci perché siamo invasi quando cercano di venire a mangiare da noi. Meno suolo vuol dire perdita della sovranità alimentare.

Ma, ahimè, gli effetti benefici del suolo non sono mai considerati. La prova di questa disattenzione sta nei numeri: in Italia consumiamo 2 m2 di suolo al secondo.

Quando parliamo di effetti benefici non ci riferiamo a buoni propositi, a categorie del pensiero o a richiami all’etica, parliamo di cose molto più materiali. Parliamo di soldi.

L’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha infatti calcolato che, solo per poter riequilibrare i benefici persi, un ettaro di suolo consumato costa mediamente a noi cittadini 37 mila euro/anno.

Non vogliamo però fare una lezione sull’utilità del suolo, la ragione di questo articolo è concreta e ci tocca da vicino; se fino ad ora abbiamo parlato in termini generali è stato solo per evitare che si parli della solita disputa di principio tra ambientalisti e costruttori.

A Melegnano stanno per partire gli insediamenti nelle quattro aree chiamate San Carlo – Bertarella, circa 41 ettari, 57 campi da calcio. Il comune incasserà circa dieci milioni.

L’area che verrebbe edificata comparata con il quartiere Giardino (foto Google Maps)

Questo avviene in un comune tra i più edificati della Lombardia. Il DUSAF, la banca dati dell’uso e della copertura del suolo di Regione Lombardia, certifica che nel 2018 l’area antropizzata del nostro comune era il 60,2%. Con questi interventi e con le opere viarie associate arriveremo al 70%, più del doppio del dato registrato per il 2015 nell’area omogenea del Sud Est Milano.

Melegnano si posizionerà addirittura tra gli ultimi dieci comuni in Italia.

Al costo medio del consumo di suolo dello studio ISPRA questa operazione ci costerà un milione all’anno. Saremo noi cittadini e saranno poi i nostri figli, nipoti, pronipoti e tutte le generazioni a venire a doverlo pagare.

Per questi insediamenti l’amministrazione non ha cercato di contenere gli appetiti dei privati, accettando i lori ingordi desideri.

I progetti edificatori ci riportano ad una logica vecchia, da anni ’60, quando bastava che qualcuno volesse costruire e gli si facevano ponti d’oro.

A parziale compensazione del consumo di suolo, la legge impone ora degli obblighi, seppur minimi, ai costruttori, tra l’altro lasciare una parte dell’area al pubblico. Nell’area San Carlo ci si è accordati sul minimo.

Peggio invece per l’area Bertarella, composta da due lotti dello stesso proprietario, che sull’area più vasta non vuole lasciare nulla ai melegnanesi e ha chiesto di pagare per non farlo, cosa prontamente accettata dall’amministrazione. Perché non ci si è opposti? Non c’era alcun obbligo di accettare. Perché non si è chiesto almeno di avere in cambio la disponibilità dell’area più piccola in aggiunta alle monetizzazioni accettate? Sarebbe stata comunque poca cosa rispetto a quanta ragionevolmente in altri comuni si sarebbe ottenuto. Invece no, a fronte di 15 ettari portiamo a casa solo 0,2 ettari di verde pubblico, l’1,4%. Una vera elemosina.

Ma non basta, i favori si sprecano. Sull’area più piccola si lascia anche la possibilità di insediare una logistica, se così piacerà al proprietario.

E una logistica approderà pure su una terza area, portando aumento del traffico e dell’inquinamento, maggiori costi di manutenzione delle strade, maggior rischio di incidenti.

Questa l’attenzione al benessere dei cittadini.

L’amministrazione deve rinegoziare con le proprietà. Non è tollerabile che svenda così gli interessi dei melegnanesi.

Ricordiamo all’amministrazione comunale e alla maggioranza consiliare che la sostiene l’impegno che hanno preso con i cittadini, impegno espresso nelle linee programmatiche di mandato: contenimento del consumo di suolo.

A loro chiediamo coerenza.

Se invece il danno fosse ormai irreversibile, chiediamo con forza di contenere il disastro che hanno compiuto e di utilizzare i trenta denari ricevuti per ridare aree verdi ai cittadini.

Acquisire nuove aree da destinare a verde e piantumare quindi l’ansa del Lambro, via Morandi, via San Francesco e la zona vicino al cimitero, accogliendo così anche l’appello per la creazione di un bosco per onorare i melegnanesi illustri che ci hanno lasciato.

Solo così si riscatterebbe, seppur solo parzialmente, lo scempio fatto.

Immagine di copertina, foto di Adriano Carafòli (alla destra del casello autostradale l’area piantumata della San Carlo, a nord la Bertarella)

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