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Ottant’anni di John Lennon. E non sentirli

di Ernestino Losio          
          
          

 

Ottant’anni fa, il 9 ottobre 1940 a Liverpool, nasceva John Lennon.

A Melegnano, da oltre vent’anni, a Lennon è dedicata una via cittadina, caso abbastanza raro in Italia se si escludono alcuni comuni della provincia di Reggio Emilia. Per ricordare gli ottant’anni dalla nascita è nato un sedicente collettivo Amici di John Lennon di Melegnano, che diversi mesi fa pensava di organizzare, per questo anniversario, una serie di eventi tra cui un concerto con gruppi musicali, un incontro in castello sui testi di Lennon tra cui la traduzione in dialetto melegnanese di Imagine, la presentazione di libri in collaborazione con la Biblioteca comunale e la realizzazione di un murale in via John Lennon, per l’appunto.

L’emergenza Covid ha fatto saltare tutti questi piani: vedremo che cosa si riuscirà a fare.

Intanto, è tornata di attualità la più celebre canzone di Lennon, vale a dire Imagine per l’incauta dichiarazione della candidata della destra alla regione Toscana, tale Susanna Ceccardi, che ha definito Imagine una canzone marxista. I giornalisti della trasmissione televisiva dove il fatto è avvenuto hanno recisamente negato che si potesse definire tale questa canzone e anche un noto esponente della sinistra torinese, in collegamento, ha dichiarato che pur avendo ascoltato tante volte la canzone non aveva mai colto questo aspetto ideologico.
Ceccardi ha sostenuto che quello che Lennon ha immaginato nella canzone è stato effettivamente messo in pratica…in Unione Sovietica, forse memore di quello che le raccontava il nonno e cioè che i comunisti mangiano i bambini.

Il testo della canzone di Lennon lascia pochi dubbi. Si inizia dicendo Above us only sky ovvero sopra di noi solo il cielo: si potrà contestare tutto, ma che in Unione Sovietica fosse la nazione in cui sopra al popolo ci fossero, oltre agli aguzzini delle società capitaliste occidentali, uno stato tra i più dispotici al mondo, nonché un feroce partito, per non parlare dei servizi segreti e della polizia politica, è un fatto del tutto acclarato.

La canzone continua con No possesion e qui Ceccardi si scandalizza, dicendo che lei è sempre stata contro l’abolizione della proprietà privata rivelando la sua anima piccolo borghese (classe media la chiamano oggi), completamente terrorizzata dal pericolo di sprofondare nel girone infernale in cui si dibattono i lavoratori precari e non con un salario ridicolo e condizioni di lavoro sempre peggiori.

Lennon non parla della proprietà privata, ma della proprietà in generale e di sicuro in Unione Sovietica c’era il padrone più grande e più dispotico del mondo: lo stato centrale gestito in maniera ferrea dal partito bolscevico.

Lennon dice anche “niente nazioni, niente per cui uccidere o morire, vivere per il presente in pace e in amore”. Tutte cose mai viste nelle società presenti o passate, tanto meno aldilà del Muro di Berlino.

Ed ecco che la nostra pulzella di Orleans tira fuori anche And no religion too (E niente paradiso o inferno…). Anche qui il colpo va a vuoto, se non c’è nessuno sopra di noi se non il cielo, non c’è neppure nessuno che ci possa imporre l’ateismo di stato o quant’altro.

L’idea di Lennon è molto più profonda: si tratta del superamento naturale della religione, di tutte le religioni, e senza scomodare l’oppio dei popoli di Marx in una società in cui l’umanità si realizza pienamente, non c’è alcun bisogno di una consolazione ultraterrena.

Quindi Imagine è una canzone marxista?

È molto di più. Sono idee molto interessanti e profonde su cui costruire la società che sostituirà il capitalismo: con buona pace di coloro i quali pensano che il capitalismo, come Highlander, sia immortale.

Utopie? Oscar Wilde diceva che il progresso è la realizzazione delle utopie. Cosa, se no?

 

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