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Parco Sud, nuovo presidente e nuovo direttivo. Per fare cosa?

di Paolo Lozza

Lo scorso 19 dicembre 1.502 sindaci e consiglieri comunali (il 72% degli aventi diritto) hanno votato per rinnovare il Consiglio metropolitano di Milano. Ma quasi nessuno se ne è accorto, potenza delle elezioni di secondo livello…

Figuriamoci in quanti sanno che, in questi giorni, sono in atto le procedure per formare il nuovo Consiglio direttivo del Parco Agricolo Sud Milano, organo di governo del Parco che viene eletto/nominato dal Consiglio metropolitano e che con esso nasce e muore ogni cinque anni.

Eppure anche il direttivo del Parco Sud è importante: esso decide e guida la politica generale dell’ente, ovviamente assieme al suo Presidente, che nel caso specifico è Daniele Del Ben, ex sindaco di Rosate, da pochi giorni delegato a questo ruolo dal Sindaco metropolitano, Beppe Sala.

Sarebbe bello che l’occasione del rinnovo del direttivo fosse anche occasione per rilanciare l’attività del Parco, magari attraverso una sorta di programma di mandato.

Sarebbe anche bellissimo se tale programma fosse l’esito di un dibattito pubblico sull’argomento ma, mi rendo conto, questo è un sogno. Però, siccome mi piace sognare, approfitto di questo spazio per aprire la discussione in modo molto semplice, ovvero elencando sommariamente una serie di tematiche che, a mio modesto avviso, il nuovo Consiglio direttivo potrebbe/dovrebbe affrontare nei prossimi cinque anni.

Marcite (foto di ©Adriano Carafòli)

Il Direttore del Parco. Da troppo tempo il Parco Sud è l’unico Parco regionale che non ha un direttore a tempo pieno, bensì un facente funzione ad interim. È urgente colmare questa grave lacuna individuando, anche al di fuori di Città metropolitana, un professionista capace e disponibile.

Il Regolamento. Ancora oggi il Parco Sud funziona sulla base di un Regolamento approvato nel 1991, l’anno successivo all’istituzione del Parco. Nel frattempo sono cambiate numerosissime leggi sulla base delle quali era stato scritto. È indispensabile riscriverlo e, siccome la procedura è lunga e complessa, è urgente avviarla.

Il Piano della fruizione. Tra le diverse pianificazioni attuative previste nel Piano Territoriale di Coordinamento alcune sono rimaste irrealizzate, mentre sarebbe utile giungere all’approvazione, quanto meno, del Piano della fruizione. Alcuni studi preparatori sono già stati realizzati, ma giacciono inutilizzati nei cassetti: sarebbe bene dissotterrarli, aggiornarli rapidamente e approvare il piano. Volendo lo si potrebbe fare in pochi mesi.

Piano Territoriale di Coordinamento. Certo, approvare la variante generale del PTC sarebbe invece un lavoro lungo, impegnativo e “politicamente delicato”, ma d’altra parte non possiamo accettare ancora per molto tempo di governare un territorio con un Piano pensato negli anni ’90 del secolo scorso. La nuova presidenza dovrebbe gettare il cuore oltre l’ostacolo e fare rapidamente una proposta di linee di indirizzo per un nuovo PTC. Un piano che, per esempio, realizzi le proposte di ampliamento dei confini, sia per accogliere le previsioni contenute nel Piano di governo del territorio di alcuni Comuni, che per colmare le lacune del perimetro disegnato alla fine degli anni ’80.

Buccinasco, castello (foto di © Adriano Carafòli)

Punti Parco. Dovrebbero essere i luoghi di accoglienza e di promozione del Parco sparsi su tutto il suo territorio. Negli anni il loro numero è cresciuto, ma parallelamente sono diminuite le risorse per il loro funzionamento che a poco a poco si è spento: è indispensabile riallocare risorse sufficienti e rilanciarne l’attività.

Parco Naturale. Nel corso del 2021 il Direttivo uscente, con grande fatica, ha portato a termine la procedura di proposta di perimetro del Parco Naturale, più di 8.000 ettari all’interno del Parco regionale nei quali sarà vietata la caccia. Ora spetta alla giunta regionale presentare la proposta di legge istitutiva da sottoporre all’approvazione del Consiglio regionale. Ma Regione Lombardia nicchia, e quindi si rende necessaria una forte iniziativa politica da parte del nuovo Direttivo per sollecitare la conclusione di una “storia” che aspettiamo da decenni.

Cartelli pubblicitari. La legge consente di vietare i cartelli pubblicitari all’interno del Parchi regionali. Ma per far questo è necessaria la volontà politica dell’ente parco. Senza procedere con imposizioni unilaterali, il nuovo Presidente potrebbe farsi parte attiva per concordare con Città metropolitana e con i Comuni del Parco l’eliminazione progressiva della pubblicità stradale. La rinuncia alle misere entrate provenienti dalle concessioni sarebbe abbondantemente compensata dall’enorme miglioramento paesaggistico.

Ci sarebbe altra carne da mettere al fuoco (mi scuso con il lettore vegano), ma per il momento può bastare.

Per il nuovo Presidente e per il nuovo Consiglio direttivo è importante darsi degli obiettivi e perseguirli da subito.

In caso contrario la loro attività sarebbe condannata all’ordinaria amministrazione la quale, oltre che essere noiosissima, rischia di fornire alibi a chi vorrebbe “liquidare” il Parco Sud accusandolo di inerzia.

Ma, come si suol dire, questa è un’altra storia.

In apertura, risaie con cascina (foto di © Adriano Carafòli)

 

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