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Smart Land. Prove di cooperazione nel sud est milano

di Franco Sacchi, direttore del Centro Studi PIM

In Italia, persino nelle sue zone più avanzate, come il milanese, la cooperazione inter istituzionale per lo sviluppo del territorio – tra Comuni e tra questi ultimi e altri attori pubblici, privati e misti –  è stata storicamente un esercizio arduo.

Le prime esperienze volontaristiche del Piano Intercomunale Milanese negli Anni ’60, i Comprensori tra la seconda metà degli Anni ’70 e i primi ’80, i Circondari previsti dalla legge di riforma delle autonomie locali del 1990, fino alle Unioni dei comuni e alle Zone omogenee riordinate dalla riforma Delrio del 2014, hanno avuto vita stentata o hanno navigato per stagioni brevi – dovendo piuttosto rapidamente cambiar pelle – o addirittura non sono mai decollate.

Eppure l’esigenza di collaborare, progettando insieme, mettendo risorse a fattor comune, facendo massa critica, è “una luce che non si spegne”. La domanda di cooperazione, in un contesto così “intramato” e interdipendente come quello metropolitano milanese, è un elemento persistente, che ha attraversato, in alcune fasi esplicitamente e in altre sotto traccia, il dibattito e le pratiche pubbliche negli ultimi 60 anni.

Il progetto Smart Land Sud Est Milano

Il progetto Smart Land Sud Est Milano si iscrive in questa parabola. È un’ulteriore prova, seppur praticata con forme, obiettivi e temi di lavoro consoni allo “spirito del tempo”, di cooperazione territoriale.

La mission del progetto, ispirata agli orientamenti comunitari (innovazione, sostenibilità, coesione), è quella di stimolare e accompagnare lo sviluppo del territorio, predisponendo infrastrutture e servizi in chiave smart, caratterizzati dunque da un elevato tasso di digitalizzazione.

Smart Land si basa sul modello ITI (Investimenti Territoriali Integrati), uno strumento attuativo di derivazione europea che consente di coniugare finanziamenti connessi a obiettivi tematici differenti, prevedendo anche la possibilità di combinare fondi di assi prioritari e programmi operativi supportati dal Fesr, dall’Fse e dal Fondo di coesione.

Il progetto, promosso dai comuni di Paullo (capofila), Melegnano e San Donato Milanese, coinvolge tutti gli altri 11 comuni della Zona omogena del sud est Milano (Carpiano, Cerro al Lambro, Colturano, Dresano, Mediglia, Pantigliate, Peschiera Borromeo, San Giuliano Milanese, San Zenone al Lambro, Tribiano, Vizzolo Predabissi) e ha trovato l’adesione-interessamento di numerosi altri attori di varia natura e statuto, a cominciare da Città Metropolitana, che ha individuato in Smart Land uno dei 10 progetti bandiera del proprio Piano strategico. Anche Anci Lombardia, regione Lombardia, Agenzia di coesione della regione Lombardia, ministero dello Sviluppo economico, Banca europea degli Investimenti, Assolombarda, Parco agricolo sud milano hanno in più occasioni manifestato interesse nei confronti del progetto e della sua evoluzione.

Smart Land, che si è avvalso dell’azione di accompagnamento di Cisa e di Energia media, soggetti privati che hanno agito da vere e proprie agenzie di sviluppo, si articola in sei corridoi tematici: mobilità sostenibile; assetto idrogeologico e gestione dell’acqua; efficienza energetica delle infrastrutture pubbliche; sviluppo economico del territorio; rigenerazione del patrimonio pubblico, qualità della vita e servizi alla persona; digitalizzazione delle amministrazioni locali.

Lo stato di avanzamento

Il primo stadio di lavoro, durato per l’intero 2019, è stato finalizzato a definire la pre-fattibilità del progetto. Oltre al concept e alla “disposizione dei pezzi sulla scacchiera” (ideazione, individuazione dei temi di lavoro, coinvolgimento degli attori…), questa fase ha portato all’identificazione di 119 progetti, riguardanti sia singoli comuni (verticali), sia più comuni (orizzontali) sia l’intera zona omogenea (circolari).

Nel corso del 2020 Smart Land ha superato la fase di fattibilità e si accinge a diventare operativo. Sono state avviate le procedure di gara per l’individuazione del coordinatore del progetto e si sta predisponendo l’Accordo quadro di sviluppo territoriale (Aqst, che sarà siglato dai 14 Comuni, da Città Metropolitana di Milano e da regione Lombardia, per poi essere oggetto di programmazione negoziata diretta con Bruxelles nel 2021.

A valle di tale processo, si procederà con l’attivazione delle gare per i project financing relativi ai vari interventi, entrando così pienamente nella fase esecutiva del progetto.

 

(fonte, a2a.eu)

Riflessioni in corso d’opera

Smart Land ha già compiuto un non breve tragitto, comunque sufficiente a portarlo a uno stadio che difficilmente sarà reversibile, almeno in toto. Anche se ancora lontano dalla meta, cioè dalla concreta realizzazione degli (di almeno parte degli) interventi che ha messo al lavoro, a questo punto del cammino è già possibile provare a trarre qualche insegnamento, in ordine alle condizioni di successo di simili iniziative. Si può provare a riassumerle così. 1) consapevolezza di vivere un “territorio in cambiamento”; 2) leadership politico-amministrative sufficientemente stabili e motivate, nutrite dall’ambizione di provare a governare i processi di sviluppo; 3) attori pubblici e privati partner (enti “sovraordinati”, portatori di interessi, tessuto associativo…); tecnostrutture preparate, meglio se supportate da agenzie in grado di compiere un efficace accompagnamento; quadri di rifermento pianificatori idonei (programmi europei, strumenti regionali, piani strategici e territoriali metropolitani…); poste in gioco catturabili (in primo luogo risorse economico-finanziarie); progetti d’intervento operabili. Molti di tali requisiti sono presenti in Smart Land. Cosa che fa ben sperare.

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