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Toponomastica al femminile, il racconto di un’esperienza

di Sara Marsico                                        

 

Quante vie delle nostre città sono intitolate a regnanti, patrioti, partigiani, scrittori, artisti e quante alle donne? Quanto incide questa disparità sull’immaginario maschile e femminile e sulla percezione di sé dei ragazzi e delle ragazze, che invece vedono continuamente mostrati i loro corpi nei cartelloni pubblicitari e nei media, come se solo il corpo delle donne e non la loro mente e le loro opere fossero meritevoli di attenzione e memoria? Nel 2012, navigando su Facebook, mi imbattei in una pagina in cui una docente di geografia, Mariapia Ercolini, raccontava che una sua studente, passeggiando per Roma in un itinerario sul campo, le aveva chiesto come mai quasi tutte le vie della città fossero intitolate a uomini. Questa sollecitazione aveva spinto Ercolini a chiedere alle frequentatrici di quella pagina di censire le vie delle loro città in ottica di genere. L’indagine, portata avanti in modo sistematico sulla pagina Facebook intitolata “Toponomastica femminile”, rivelava un dato sconfortante: la media di strade intitolate a donne va dal 3 al 5%, mentre quella delle vie dedicate agli uomini è intorno al 40.

«Le strade italiane sono per lo più intitolate a uomini e le uniche donne presenti sono benefattrici, martiri, suore, religiose, sante e madonne – afferma Ercolini – Intendiamo sensibilizzare i territori affinché strade, piazze, giardini e luoghi urbani siano dedicati a nomi di donne… In questo modo, cerchiamo di offrire alle giovani generazioni modelli di riferimento femminili a cui ispirarsi». La Toponomastica è un rilevatore sociale.

Dal 2014 Toponomastica femminile si è costituita in associazione e Mariapia Ercolini ne è diventata presidente. Partita quasi per gioco, l’associazione, come si può leggere sull’omonimo sito (www.toponomasticafemminile.it)  ha proposto un numero sempre maggiore di iniziative rivolte alle scuole e alla cittadinanza, ricevendo numerosi premi, anche internazionali, come il  Civil Society Prize on gender equality del Comitato economico e sociale dell’Unione europea.

Ho iniziato a seguire con maggiore interesse quest’associazione dopo avere partecipato al concorso per le scuole “Sulle vie della parità”  (qui di seguito l’edizione 2020: https://www.toponomasticafemminile.com/sito/index.php/didattica/scuola/concorsi1/9653-bando-concorso-2020)

Il lavoro è iniziato da una ricerca sul territorio svolta dalle/gli alunni, muniti di macchina fotografica e cellulare, che hanno sperimentato di persona la disparità di genere esistente nelle intitolazioni delle vie. Questo approccio è risultato vincente, perché non retorico, come spesso rischiano di essere percepiti i discorsi sulle discriminazioni del genere femminile. Con il sostegno prezioso dell’allora assessora all’Istruzione e alle Pari opportunità Raffaela Caputo e di due studenti pionieri, Silvia Villani e Gianpaolo Vitali, le classi si sono cimentate, esercitando una competenza di cittadinanza, nella stesura di un’istanza al sindaco e al consiglio comunale di Melegnano per l’approvazione di un ordine del giorno teso al riequilibrio di genere nell’intitolazione di future vie e luoghi della città. È stato commovente vedere l’impegno di questi/e giovani cittadini e cittadine nella seduta del consiglio comunale aperto mentre raccontavano, in sala consiliare, la disparità nei nomi delle vie melegnanesi e la loro proposta di figure di donne, anche locali, a cui dedicarne di nuove. Un consiglio comunale che ha approvato l’ordine del giorno all’unanimità, perché la toponomastica femminile è trasversale; ciò che afferma è riscontrabile nella realtà, non è né di destra né di sinistra e trova la sua legittimazione nei valori della Costituzione, che attribuiscono pari dignità a uomini e donne.

 

Photo credit © 2020 Adriano Carafòli

Sulla targa di marmo di “Viale Predabissi”, dove si trova la nostra scuola, non è nemmeno indicata la S. del nome, Sofia, eppure alla nobildonna milanese si deve la costruzione dell’ospedale dei poveri. Le targhe di vie e piazze sono la nostra memoria. Se i nostri e le nostre giovani non ne trovano nelle città in cui vivono saranno indotti a pensare che la storia sia stata fatta solo da uomini e in loro si formerà l’errata e pericolosa convinzione che le donne non abbiano dato un contributo alla società. Da quell’anno presentazioni di libri, rappresentazioni teatrali, mostre, reading, conferenze, seminari e incontri hanno arricchito il progetto, che ha visto la partecipazione di sempre più classi, con il patrocinio del comune di Melegnano, anche quando la giunta ha cambiato colore politico.

Per me, docente storica, al Benini dal 1987, ormai quasi a fine carriera, è stata una grandissima gioia vedere che delle giovani insegnanti apprezzavano queste tematiche, si avvicinavano proponendo nuove attività con quell’ammirazione tra donne che sola può rappresentarne la forza. Dopo la realizzazione di una targa a Sofia Predabissi, abbiamo intitolato l’aula Audiovisivi alla professoressa Teresa Marchetti Chiozzotto, che tanto appassionatamente ha voluto l’Istituto tecnico a Melegnano. Nella sede del liceo scientifico di via Cavour, all’ingresso, si può vedere vedere una targa dedicata a due donne pioniere dell’istruzione a Melegnano, Rachele Cesaris e Mariuccia Gandini Biglia, che vollero con determinazione e caparbietà la prima scuola media pubblica nella nostra città. Non si può non osservare che, nonostante sia stato grande e fondamentale l’impegno femminile per le scuole a Melegnano, nessun istituto scolastico è intitolato a una donna, mentre esistono una scuola “Paolo Frisi”, accanto a una via “Paolo Frisi” e una scuola “Benini”, accanto a una via “Benini “. I fatti parlano più di ogni dichiarazione di principio.

In modo simbolico abbiamo dedicato aule a Teresa Sarti Strada, Ilaria Alpi, Franca Viola, Lea Garofalo, Felicia Impastato, Anna Mozart, Amalia Ercoli Finzi, Saamiya Yusuf Omar. Anche il nostro orto a scuola è stato dedicato all’ambientalista assassinata Berta Cacéres, su suggerimento di Slowfood, che ci ha aiutato a crearlo.

Queste intitolazioni sono state il punto di arrivo di percorsi interdisciplinari che hanno visto lavorare insieme e confrontarsi docenti di varie discipline, con un arricchimento reciproco. Anche quest’anno, con l’assessora all’Istruzione Roberta Salvaderi si sono progettate numerose iniziative, tra cui la prossima intitolazione dei giardini che si affacciano su via dei Tigli a Teresa Mattei, madre Costituente su cui una classe delle Scienze umane ha svolto un lavoro approfondito.

Sono moltissime le figure femminili da scoprire, nei diversi campi del sapere e del lavoro, dell’arte e della politica, a livello locale, nazionale, europeo e mondiale. Una miniera, attraverso cui ragionare su stereotipi, pregiudizi, luoghi comuni, diritti e tanto altro, anche in ottica di genere e un modo accattivante per attraversare la storia, la geografia, l’arte, la scienza, la letteratura in un lavoro interdisciplinare che abitua studentesse e studenti ad apprendere i saperi in una società complessa. L’entusiasmo con cui le classi partecipano e ogni anno ci chiedono di ripetere l’esperienza, sulla base di quanto hanno raccontato loro i compagni e le compagne più grandi, è la riprova che stiamo andando nella giusta direzione.

Un’azione di cui sono particolarmente fiera è stata, nel 2016, l’intitolazione della pista ciclabile che va da Melegnano a Cerro al Lambro ad Alfonsina Strada, prima donna a correre il Giro d’Italia nel 1924. Questa bella impresa di cittadinanza attiva è avvenuta grazie alla collaborazione convinta del sindaco di Cerro al Lambro Marco Sassi e delle sue assessore, che hanno accolto una classe seconda in un consiglio comunale aperto per presentare l’associazione, il progetto e l’istanza per l’intitolazione che è stata approvata all’unanimità. Quando passeranno dalla ciclabile, che hanno contribuito a tenere pulita (una volta anche insieme a un gruppo di rifugiati siriani), questi/e ex studenti del Benini percepiranno di avere contribuito a realizzare un’azione politica, intendendo per tale un’operazione destinata a migliorare la vita della comunità, accrescendo la cultura della cittadinanza intorno a una importante figura femminile. E chissà che in futuro questo non possa essere per loro uno sprone a prendere parte e sostenere azioni che migliorino le società in cui si troveranno a vivere.nSe sono riuscite/i a farlo una volta, potranno farlo sempre.

 

Photo credit © 2020 Adriano Carafòli

Due anni fa il nostro castello Mediceo Visconteo, con il patrocinio del Comune e la collaborazione di associazioni ed enti del territorio, è stato la sede di una delle giornate del VII convegno nazionale di Toponomastica femminile, intitolato Ontheroad. Melegnano e Cerro al Lambro sono state viste dall’associazione come esempi virtuosi di azioni di Toponomastica femminile. In quell’occasione con la consulenza preziosa di Fiab, alcune ragazze hanno costruito un itinerario di genere a piedi e in bicicletta per le vie di Melegnano, raccontando le vite delle donne nominate nelle targhe e l’8 marzo lo hanno arricchito con le vie al femminile di Riozzo e Cerro al Lambro.

Nei nostri territori è stata la scuola a intraprendere azioni di parità, facendo da apripista. Il sentiero è stato tracciato, non senza critiche, ostacoli, difficoltà e molti pregiudizi, come ogni sentiero in salita e ha richiesto una buona dose di resilienza. Tocca a tutte e tutti continuare a percorrerlo con grande creatività, chiedendo di intitolare non solo vie, ma piazze, orti, giardini, rotonde, musei, biblioteche alle tante donne oggi invisibili, scoprendone le vite e le storie, contribuendo a un’opera di giustizia.

 

Colgo l’occasione per ringraziare il gruppo di docenti che hanno creduto in questo progetto e senza i/le quali le nostre azioni non avrebbero potuto realizzarsi. In ordine di adesione temporale: Maria Laura Saccani, Erica Leuci, Valeria Pilone, Federica Chmielewskj, Carmen Capelli, Marco Menna, Giorgio Bertazzini, Modesta Abbandonato e le altre persone del gruppo melegnanese, che ci hanno sempre sostenute: Adriana Abriani, Luciana Scaglione, Cristina Cescon, Raffaela Caputo, Alma Calatroni, Cristina Pagetti e per un breve periodo Fiorenza Filippi.

 

Photo credit © 2020 Fotografie di Adriano Carafòli

 

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