La cultura a Melegnano. Le attività e le iniziative / 4

di Maurizio Margutti

Nella seconda metà degli anni ’80 il comune promosse una rassegna denominata Lunedinsieme. Si trattava di incontri e conferenze su temi culturali: arte, musica, scienza, letteratura, attualità; un’iniziativa che andò avanti per alcuni anni. Si teneva in varie sedi, tra la sala delle Battaglie, l’aula consiliare e i locali del centro culturale di via Castellini, dove ora ha sede la Cisl.

A quel tempo non vi erano molti spazi adibiti alle attività culturali. Non esistevano ancora la nuova biblioteca, la sede delle associazioni, il cinema comunale.

Quelli erano gli anni nei quali, dopo le esperienze della seconda metà degli Anni ’70 nelle grandi città (l’Estate romana dell’assessore Nicolini prima di tutte), si ebbe il fiorire degli assessorati alla Cultura, una novità nel panorama amministrativo italiano. Strutture specifiche, che avevano come compito precipuo quello di promuovere la cultura, anche nei piccoli centri.

Melegnano aveva già una tradizione di iniziative, concentrate soprattutto nella Primavera Melegnanese, una rassegna nata intorno alla Fiera del Perdono e organizzata dalla Pro Melegnano. I Lunedinsieme si ponevano però come novità, soprattutto in termini di contenuto e di programmazione culturale propria del Comune.

Questa impostazione è continuata anche dopo i Lunedinsieme per molti anni, con attività e iniziative di vario tipo, dalle conferenze ai progetti interculturali, alla musica, al cinema, alle mostre d’arte. Non è il caso qui di ripercorre il susseguirsi, sotto varie forme, di tali iniziative nel corso del tempo.

Sarebbe però interessante ricostruire la storia dell’attività culturale cittadina, almeno quella prodotta dal Comune, con la raccolta di materiale, testimonianze e ricordi. Si è trattato infatti di un’esperienza notevole per una piccola città come la nostra, che ha portato a Melegnano personaggi importanti della cultura italiana e internazionale.

Una caratteristica fondamentale di questa attività culturale è sempre stata quella della sua proposizione sotto forma di programmi e progetti: rassegne e cicli che sviluppavano gli indirizzi di politica culturale. Le rassegne per loro natura permettono di approfondire specifiche tematiche, ma sono anche occasione di incontro e quindi di socialità, scambio di opinioni, dibattito. Insomma di crescita culturale.

In questo novero di eventi, come si dice oggi, c’erano anche il teatro, la musica e il cinema, attività di spettacolo inserite a volte in spazi non certamente dedicati a questa funzione.

Franco Loi e un giovane Guido Oldani ad un’iniziativa culturale a Melegnano nel giugno del 1991 (fotografia di ©Adriano Carafòli)

Oggi, come si è visto nella prima puntata di questi articoli, gli spazi abbondano, ma l’offerta culturale langue.

In questi ultimi anni non sono mancate le iniziative culturali, ma l’impressione è che siano slegate, occasionali, prive di un filo logico, dell’impronta determinata dalla politica culturale del Comune.

Facendo un rapido calcolo degli spazi, solo per rimanere alle sale per conferenze, abbiamo le sale del castello, la sala della biblioteca e quella delle associazioni, l’aula consiliare e le due sale del cinema. Per non citare le sale parrocchiali e private (l’asilo sociale). Tutti luoghi che possono essere utilizzati per incontri di vario livello e contenuto, da pochi posti fino alle 300 persone.

La mostra Archivio dello Spazio del 1992 in castello (fotografia di © Adriano Carafòli)

Aspettano solo un valido programma culturale, alla maniera dei Lunedinsieme. E aspettano anche le rassegne musicali e teatrali, per non parlare dei cicli di film (ma di questo si parlerà nel prossimo articolo dedicato alle sale di spettacolo).

Un discorso a parte meriterebbe anche la proposta di rassegne culturali estive, un discorso però un po’ lungo e complesso, vista la compresenza di un’intensa ed invasiva vita serale e notturna, ma che prima o poi andrà pur affrontato.

Nel 2018 ha cessato la propria attività lo Spazio Milk, contenitore di attività educative, corsi e laboratori, ma soprattutto punto di riferimento e ritrovo per numerosi giovani di Melegnano e del circondario. Non è questa la sede per entrare nelle motivazioni di ordine burocratico che hanno portato alla chiusura del centro. Sta di fatto che un presidio importante per l’aggregazione giovanile e non solo, oggi non esiste più.

Si obbietterà che alcune attività tipiche che venivano realizzate in questo spazio oggi vengono proposte da altri soggetti. Ma non è la stessa cosa.

Al pari delle iniziative culturali occasionali paragonate a progetti culturali definiti, anche qui siamo di fronte alla differenza tra attività episodiche e programmazione. Un conto sono i vari corsi effettuati in città, altro conto è un centro di aggregazione, che esegue attività corsuali e di laboratorio, ma che svolge una imprescindibile funzione sociale e culturale, con una propria visione della politica per i giovani e il tempo libero.

Non pare quindi inopportuna la richiesta, più volte avanzata al Comune, di studiare e riprendere, anche sotto altra forma gestionale, l’esperienza dello Spazio Milk.

Si è detto, negli articoli precedenti, della funzione espositiva del castello, come sede di mostre di rilievo. Ma non bisogna dimenticare le espressioni artistiche locali, che meritano attenzione e spazi adeguati.

In passato si è sperimentata la formula dell’utilizzo del salone della palazzina Trombini. Il Comune si occupa della promozione della mostra e concede lo spazio, che viene gestito autonomamente dall’artista per l’allestimento, l’apertura e la custodia.

In tal modo si possono effettuare mostre a rotazione, con poca spesa per l’ente locale, soddisfacendo nel contempo il bisogno espositivo di pittori e artisti locali. Forse una proposta da riprendere, ricordando che il Comune ha a disposizione anche uno spazio lella zona dell’ex Broggi-Izar, oggi inutilizzato.

In apertura, una mostra di anni fa alla Palazzina Trombini (fotografia di ©Adriano Carafòli)