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11 ottobre 2020. Giornata nazionale del camminare

di Sara Marsico

«Camminare per me significa entrare nella natura. Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai. La Natura per me non è una palestra. Io vado per vedere, per sentire, con tutti i miei sensi. Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori…». (Reinhold Messner, La montagna a modo mio).

 La Giornata del Camminare è una manifestazione nazionale promossa da FederTrek (http://www.giornatadelcamminare.org/GDC/), con cui l’ente di promozione sociale a struttura federale, che riunisce 40 associazioni, vuole diffondere la cultura del camminare attraverso il coinvolgimento diretto dei cittadini, del mondo dell’associazionismo, delle scuole e delle amministrazioni locali.

Visitando il sito dell’associazione è possibile partecipare a un’attività molto interessante: segnalare i passi liberati nelle camminate e nei cammini di ciascuno.

In questo articolo non si parlerà, se non marginalmente, dei numerosi cammini che si possono intraprendere sul territorio italiano, anche in luoghi molto vicini a Melegnano.

Ci si soffermerà sulla scoperta o riscoperta del camminare in tempo di confinamento e preconfinamento e sulla buona abitudine che si sta radicando nelle città.

A inizio primavera le strade di Melegnano e dintorni e le piste ciclabili si sono riempite di persone, mai viste prima tra gli amatori di questa disciplina e del podismo, perfettamente abbigliate e dotate di scarpe comode per una camminata.

Questa bella e sana pratica è stata mantenuta anche man mano che le restrizioni dovute alla pandemia si sono allentate e oggi vediamo persone fare la propria camminata, lenta o veloce, nei vari quartieri della città, sulla pista di atletica insieme allo Sportsclub Melegnano, nel bosco del Montorfano e sul Sentiero dei Giganti, sulla pista Alfonsina Strada o sulla ciclabile che, passando dall’ospedale Predabissi, porta verso Mulazzano e Dresano, con deviazioni nella campagna, fino alla Muzza e percorsi variabili anche di molti chilometri.

Sui benefici del cammino per il corpo e per lo spirito ormai si sa quasi tutto: ne parlano siti, giornali e riviste, ricordandoci che mezz’ora di camminata al giorno è il modo migliore per stare in forma e perdere peso, tonifica i muscoli, riduce il rischio di diabete, aumenta le difese immunitarie, fa bene al cuore, combatte l’insonnia e aiuta anche contro il colesterolo.

Ma camminare, come andare in bicicletta, è anche “un gesto sovversivo”, anarchico e libertario, come ricorda lo scrittore, alpinista e camminatore norvegese Erling Kagge, in un libretto agile, assolutamente consigliabile, dal titolo omonimo.

Scegliere di camminare o andare in bicicletta per spostarsi, anche all’interno del nostro Comune, che ha un territorio molto limitato, è un modo per riprendersi lo spazio urbano, usurpato dal cemento e dalle auto, anche quelle ibride o elettriche, contribuire a diminuire il traffico e le emissioni inquinanti, riscoprire la lentezza come virtù che ci riavvicina alla natura e a noi stessi.

Si allontanano i problemi quotidiani che assillano le nostre vite, si trovano soluzioni creative, si stimola la fantasia, ci si riconnette con sé stessi e con il mondo ridimensionando le piccole paranoie quotidiane, scatenate da ritmi di vita spesso non “umani” e da relazioni a volte difficili con le altre persone.

Molte sono le realtà del territorio che si dedicano al cammino, come i gruppi di Nordic Walking, che propongono già itinerari urbani, il pedibus per le scuole, partito dallo scorso anno a Melegnano sulla base dell’esperienze virtuosa di Cerro al Lambro, il bicibus in collaborazione con Fiab, sperimentato sempre a Cerro, nuove modalità di mobilità urbana pedonale come la strada scolastica nella zona di via Cadorna.

Non si creda che uno stile di vita che privilegia il cammino comporti una crisi di Melegnano città del commercio. Tutt’altro. Camminare per le vie della città significa avere tempo per soffermarsi anche a guardare le vetrine dei negozi di vicinato, riducendo la frequentazione dei bulimici centri commerciali e fare acquisti, riscoprire gli angoli e le zone che difficilmente si osservano in auto e cominciare a immaginare nuove soluzioni per la comunità, in alternativa o in aggiunta ai bar della movida, con opportunità diversificate per il tempo libero. Se diventiamo massa critica potremo trasformare le nostre città per una qualità della vita migliore.

Tornando ai cammini classici che tutti prima o poi dovrebbero fare, non sarà inutile ricordare che esiste una rete, Donne in cammino, che riunisce più di 50mila persone: «un progetto per far scoprire e valorizzare la forza e le mille risorse che si nascondono dentro ogni donna, attraverso l’esperienza del Cammino», come si legge sulla pagina Facebook.

In collaborazione c0n l’associazione Toponomastica femminile, di cui si è scritto in un precedente articolo (https://20zero77.it/toponomastica-al-femminile-il-racconto-di-unesperienza/), questa rete è interessata a intitolare nuovi cammini alle donne, anche in questo campo, purtroppo, rari.

Forse non tutti sanno che una donna melegnanese, Grazia Andriola, ha scritto un libro, Steptostopviolence, presentato al Centro anziani qualche anno fa, in cui ha raccontato il suo cammino da Santa Maria di Leuca a Santiago di Compostela, dedicandolo alle donne vittime di femminicidio.

 

In apertura, foto tratta da GettyImages.

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