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DDL ZAN. Non è ancora finita. Anzi comincia!

di Alice Motta, studentessa di un istituto superiore del Lodigiano

Il ddl Zan è stato affossato; come se non avesse importanza, come se non ci fosse bisogno di questa legge, come se migliaia di persone, tra cui ragazze e ragazzi giovanissimi non fossero mai stati discriminati per il loro orientamento sessuale o la loro identità di genere, come se fosse tutto a posto, tutto giusto, tutto sotto controllo così.

E invece no, la realtà è un’altra, la realtà è che ancora oggi si verificano ogni giorno episodi di molestie, aggressioni e discriminazioni nei confronti di persone. Per cosa? Per amare e per essere sé stessi.

E se pensate di esserne usciti vittoriosi per la nostra sconfitta, sappiate che avete fatto solo una figuraccia mostrandovi in Senato ad esultare come bambini per avere ostacolato un passo fondamentale per la nostra civiltà, un passo che, voi lo vogliate o no, prima o poi riusciremo a compiere.

Abbiamo perso, ma perdere non significa mollare, perdere in questo caso significa continuare, e noi continueremo, come ogni giorno continuiamo ad essere noi stessi nonostante gli insulti, nonostante le molestie, nonostante le aggressioni, nonostante ogni singolo giorno accadano atti di omofobia più o meno gravi.

E continueremo anche questa volta.

Ci siamo trovati a Lodi, sabato alle 9, in Piazza della Vittoria, a far valere pacificamente il nostro diritto ad essere riconosciuti e ad esistere. Ed è solo l’inizio.

Come scriveva Gandhi: «Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci».

Foto della manifestazione di Lodi

Foto della manifestazione di Lodi

Volantino della manifestazione di Lodi

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