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Verde reale e verde potenziale. Come incrementare il patrimonio vegetale in città

di Vincenzo Caminada

Il modo più ovvio per incrementare il verde nei centri abitati è quello di aumentare le superfici destinate a questo scopo: dai parchi urbani ai giardini di quartiere, dalle alberature stradali fino alle piccole aiuole, ogni metro quadro verde in più è utile a migliorare la vivibilità dei centri urbani.

C’è però anche un altro sistema, stranamente sottovalutato, sottoutilizzato e relativamente meno costoso, per arrivare allo scopo: il miglioramento o meglio l’incremento del verde nelle aree già esistenti.

Una superficie destinata al verde è sistemata in modo ottimale e razionale se ospita al completo tutta la vegetazione che può accogliere, compatibilmente con lo spazio disponibile, le esigenze estetiche e manutentive, le distanze regolamentari dalle costruzioni e, nel caso delle alberature stradali, la larghezza dei marciapiedi. Chiameremo quindi verde potenziale la vegetazione massima inseribile in un’area, mentre chiameremo verde reale quello che esiste in realtà.

Saturare la quota di verde potenziale disponibile significa concretamente aumentare la superficie fogliare totale, con tutti i benefici che ne derivano di depurazione dell’aria e di miglioramento del clima, di attenuazione dei rumori e di benessere psichico.

Come deve essere realizzato il verde potenziale?

Innanzitutto con alberi dimensionati allo spazio disponibile: non piantare nulla o piantare alberelli in spazi adatti ad essenze di grande sviluppo è lo spreco più grave.

E poi con l’inserimento massiccio di arbusti e piante tappezzanti che danno anch’essi un forte contributo al miglioramento ambientale.

Importantissimo evitare le potature inutili e dannose che sottraggono grandi quote di verde alle sue funzioni. Anche il brutto vizio, tutto italico, di tagliare i rami bassi degli alberi riduce in modo significativo la superficie fogliare.

Un maggiore uso di specie sempreverdi aiuta la depurazione dell’aria anche nella stagione di riposo vegetativo (la respirazione fogliare è quasi nulla, ma vengono catturate per deposizione almeno le macropolveri).

Ebbene, a Melegnano, ma è un difetto ampiamente diffuso altrove, lo scarto tra il verde reale e il verde potenziale è estremamente marcato. Grandi o piccole le aree verdi della nostra città in varia misura sono gravemente carenti da questo punto di vista.

Ciò che si può fare per farla diventare più verde e vivibile realizzando il verde potenziale, oltre all’attuazione dei progetti di forestazione proposti dal “Laboratorio Un Albero in Più” (che sarebbe già un enorme passo avanti), consiste nell’attuazione pratica dei punti sopraesposti; faccio qualche esempio concreto:

Molti sono i giardini di Melegnano piccoli o grandi decisamente scarni e vuoti di vegetazione sui quali si dovrebbe intervenire: faccio tre esempi che valgono per tutte le aree che richiedono di essere rimpolpate: il giardino Giovanni Paolo II nel quartiere ex Broggi Izar, il giardino accanto a via Repubblica, annesso all’ecomostro di via per Carpiano e il giardino di via Baden Powell.

Diffusissime sono le aiuole in città che potrebbero ospitare grandi alberi e invece sono desolatamente vuote, vedi per esempio le grandi aiuole rettangolari dell’angolo via Pertini piazzale delle Associazioni.

Uno dei casi più eclatanti di spreco di verde potenziale per quanto riguarda le aiuole cittadine lo si può vedere all’angolo via Monte Grappa-Pertini (sede attuale dell’Ats), dove in una grande aiuola hanno piazzato un misero alberello di Ligustro (vedi foto dell’esistente e dell’ipotesi di sistemazione)

L’area verde antistante l’edificio comunale sede attuale dell’Ats tra le vie Pertini-Montegrappa (foto Vincenzo Caminada)

Un esempio delle potenzialità del verde in città: render dell’area comunale antistante la sede dell’Ats di via Pertini-Montegrappa (render Vincenzo Caminada)

Inserire massicciamente arbusti e tappezzanti coprisuolo, possibilmente sempreverdi, in tutti i giardini (in piazza Oldani recentemente si è fatto il contrario, eliminando i pochi arbusti esistenti).

Un bell’intervento si potrebbe ad esempio fare sulla grande scarpata erbosa di via Medici, coprendola completamente di arbusti e tappezzanti.

Molte strade di Melegnano attualmente vuote potrebbero ospitare alberi grandi (per esempio in viale Lazio) o alberelli (lungofiume del quartiere ex Broggi-Izar).

Occorre un cambio di rotta totale nella manutenzione delle aree pubbliche: evitare assolutamente le potature inutili e dannose, che, riducendo drasticamente la vegetazione, diminuiscono parallelamente la potenzialità depurativa e ornamentale della stessa (vedi Faggi dimezzati nel parco del Castello)

Idem per il verde privato, dove spesso il verde è massacrato da imprese di pulizia che si sono trasformate in imprese di giardinaggio, con tutte le conseguenze del caso.

Si possono inoltre realizzare tetti verdi in presenza di coperture piane idonee e incentivare il rinverdimento di terrazzi e balconi (con sconti sulle tasse o altro) e l’introduzione di rampicanti, ove esistono muri di facciate o recinzioni spoglie.

 

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