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Un sogno verde. Un parco naturale nell’ansa sud del Lambro

di Pietro Mezzi

Una grande area verde, con alberi, vegetazione, percorsi, tanta natura, dove poter stare bene e concedersi una camminata, una corsa, un giro in bici. Ecco, una cosa così, a Melegnano, non c’è.

Si parla tanto di riconquista del verde in città e molte di queste cose stanno scritte nei piani urbanistici comunali, ma una grande zona destinata agli alberi, alla biodiversità, al ritorno alla natura in città rimane, per noi, ancora un sogno.

Basti pensare che l’ultima superficie acquisita all’uso pubblico è il giardino oggi intitolato a papa Giovanni Paolo II, una volta chiamato il giardinone (un’area privata e inaccessibile) dell’ex fabbrica Broggi-Izar. Diecimila metri quadrati recuperati all’uso pubblico come ristoro al quartiere Giardino, frutto, quest’ultimo, della speculazione selvaggia degli anni Sessanta.

Ma volendo buttare il cuore oltre l’ostacolo, un’occasione, forse l’ultima, c’è ancora, anche nel nostro piccolo Comune.

La zona dove poter concretizzare il sogno verde sta a sud del territorio comunale. E coincide con l’intera ansa del Lambro, tra la casa scout di via Baden Powell e la strada che porta al depuratore intercomunale.

L’ansa sud del Lambro vista dalla via Emilia (Fotografia © Adriano Carafòli)

Settantamila metri quadrati per fortuna vincolati a parco regionale (la maggior parte facenti parte del Parco Agricolo Sud Milano), quindi inedificabili.

Un’area di grandi dimensioni e potenzialità, non centrale, ma facilmente raggiungibile a piedi e in bici.

Le caratteristiche dell’area

Si tratta di un’area privata, da sempre destinata all’attività agricola, coltivata e irrigata e con una modesta vegetazione sulle scarpate della sponda; più recentemente destinata a pioppeto (tale coltivazione, tra l’altro, è in contrasto con le indicazioni del Piano di assetto idrogeologico del fiume Po, mentre la presenza di alberature ripariali è invece espressamente prescritta dallo stesso piano).

Il dislivello medio tra il terrazzo superiore e quello inferiore è di circa 8 metri, che sale a 12 nel punto massimo.

La forma dei campi, prima della coltivazione a pioppeto, era marcata dalle incisioni e dai rilievi degli argini della rete di canali di irrigazione, alimentati a monte dalle rogge Spazzola e Canarola.

Uno dei terrazzamenti che costituiscono l’area (foto, Laboratorio Un Albero in Più)

L’area è costituita da una serie di terrazzamenti artificiali, che digradano verso il Lambro sulla riva di destra del fiume, in forma di ampio meandro.
La sponda destra è priva di manufatti artificiali, quella sinistra è invece totalmente artificiale nel tratto sottostante la via Emilia.

Dal punto di vista territoriale, il piano territoriale del Parco Sud indica, per l’ansa, la “formazione di un parco urbano con caratteri di tutela naturalistica e valorizzazione paesistica degli ambiti di pertinenza fluviale”.

Il percorso esistente sulla riva est dell’ansa (foto, Laboratorio Un Albero in Più)

Uno studio di vent’anni fa, ma sempre attuale

Giusto vent’anni fa, nell’ottobre del 2000, l’allora amministrazione comunale approvò uno studio di fattibilità con l’obiettivo di riqualificare la sponda del Lambro nella zona dell’ansa (il progetto è dell’architetto Giovanna Longhi di Milano).

Due gli scenari ipotizzati dallo studio.

Il primo, di minima, prevedeva il mantenimento della proprietà privata dell’area, la stipula di un accordo tra il Comune e la proprietà finalizzato all’uso pubblico della fascia spondale e, infine, a garantire l’accesso e la presenza del pubblico attraverso i percorsi esistenti. Questo scenario prevedeva comunque la realizzazione, da parte della mano pubblica, di alcune opere: riqualificazione delle sponde attraverso la vegetazione, il consolidamento delle sponde con tecniche di ingegneria naturalistica, la realizzazione di percorsi pedonali e ciclabili e alcune attrezzature di tipo leggero per la sosta. Uno scenario che voleva rappresentare un primo segnale di uso collettivo dell’ansa.

Il secondo si basava sull’acquisizione dell’area da parte del Comune: un passo importante nell’attuazione del programma di rinaturazione e valorizzazione a uso pubblico del parco fluviale cittadino formato dalle sponde del Lambro e della Vettabbia, già iniziato con la formazione dell’oasi Montorfano e con gli interventi più recenti di trasformazione urbana.

In base a questo secondo scenario, lo studio prevedeva la rinaturazione e il consolidamento delle sponde (entrambe le operazioni già previste nel primo scenario), interventi circoscritti di rimboschimento e formazione di macchie e siepi, il potenziamento del ruolo dei canali con la formazione di una zona umida per accelerare i processi di rinaturazione e favorire lo stazionamento dell’avifauna e lo sviluppo di una rete diversificata di percorsi.

La proposta di Melegnano Ambiente

Per la verità, prima dello studio del Comune, precisamente nel 1987, a disegnare per primi il bosco nell’ansa sud ci avevano pensato gli esponenti di Melegnano Ambiente (1985-1990), il primo gruppo ambientalista locale che con l’aiuto di Vincenzo Caminada, avevano immaginato un futuro diverso per l’area e per Melegnano (vedi planimetria dell’area).

Il progetto di Melegnano Ambiente del 1987 (disegno di Vincenzo Caminada)

La proposta del Laboratorio Un Albero in Più

Più recentemente, nel febbraio scorso, il Laboratorio Un Albero in Più, un gruppo informale di cittadini, ha rilanciato l’idea di rendere fruibile l’ansa sud: infatti, uno dei sette progetti messi a punto dal sodalizio ambientalista locale, si concentra proprio sui settantamila metri quadrati della zona sud di Melegnano per un intervento di forestazione urbana.

Oggi, l’idea del parco nell’ansa sud del Lambro può contare su un sostegno largo e su una sensibilità ai temi ambientali di molto maturata: chissà se questo sogno, un giorno, non possa diventare realtà.

Per far sì che ciò avvenga ci vogliono però visione, coraggio, cultura ambientale, capacità amministrativa. Tutte doti che oggi mancano a chi governa la città.


Esondazione del Lambro in corrispondenza dell’ansa sud (Fotografia © Adriano Carafòli).

In apertura, il volo aerofotogrammetrico del 1994 (comune di Melegnano)

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