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Il 14 febbraio non è solo San Valentino

di Sara Marsico

Il 14 febbraio appena trascorso è noto in Europa, nelle Americhe e nell’Estremo Oriente, come San Valentino, la festa degli innamorati. Si tratta di una ricorrenza religiosa, dedicata al vescovo e martire cristiano Valentino da Terni, morto per decapitazione notturna sulla Via Flaminia a Roma dopo atroci torture e definito santo dalle Chiese cristiana, ortodossa e anglicana.

La data scelta per la ricorrenza fu fatta coincidere con la festa pagana e arcaica dei Lupercalia, per cristianizzarla, festa durante la quale uomini vestiti solo di pelli di capre tagliate in fili giravano per la città di Roma frustando chiunque. Le frustate di questi uomini, “regrediti” alla condizione ancestrale e divina della sessualità libera, impersonata dal dio agreste Fauno-Luperco, rappresentavano una benedizione se avessero avuto come obiettivo una donna, perché ne avrebbe favorito la fertilità.

A parte le considerazioni in merito a questa pratica, che associava la violenza alla sessualità e alla fertilità, San Valentino divenne il Santo protettore degli innamorati e degli epilettici.

Oggi questa festa è accompagnata da regali tra i fidanzati e in Inghilterra dallo scambio dei “Valentini”, messaggi d’amore destinati alla persona che si ama.

Charles Schulz ci ha abituato a conoscerli attraverso i suoi Peanuts e gli innamorati di Peynet hanno fatto il giro del mondo.

Ma la data del 14 febbraio dal 2013 è diventata un appuntamento importante per manifestare in tutto il mondo contro la violenza sulle donne e sulle bambine: OBR, One Billion Rising è il ballo mondiale liberatorio voluto dalla drammaturga Eve Ensler, per manifestare contro la violenza sulle bambine e le donne. Sulle note di Break the chain, Spezza la catena, uomini e donne in tutto il mondo portano alla consapevolezza mondiale questo grande problema, oggi associandolo alla crisi climatica, ambientale e pandemica, che proprio sulle donne ha avuto le conseguenze più terribili in termini di aumento delle disuguaglianze, disoccupazione, povertà e inasprimento della violenza domestica, economica, culturale, oltre che fisica e sessuale.

Anche le donne della Banca del Tempo di Melegnano, dal 2016, hanno adottato il ballo di One Billion Rising, ma hanno scelto di interpretarlo sulla piazza del Comune nella giornata internazionale proclamata dall’Onu contro la violenza sulle donne, il 25 novembre.

Con la sapiente consulenza di una giovane insegnante di danza, Arianna Adero, si sono preparate con impegno nell’ex Spazio Milk e, quando non era possibile, hanno approfittato dell’ospitalità offerta a Vizzolo dall’allora vicesindaca Luisa Salvatori.

Al gruppo della Banca del Tempo si sono unite altre donne e il primo anno anche il gruppo giovanile Start me up. L’esibizione, appoggiata dalle assessore delle amministrazioni locali delle Giunte che si sono alternate alla guida della città, ha sempre riscontrato grande interesse e partecipazione del pubblico che si trovava a passare per la piazza del Comune.  Lo scorso anno il Ballo è saltato, per ovvi motivi, ma la giornata è stata ricordata con rose realizzate dalle donne della Banca del Tempo appese ai pali della luce e accompagnate da volantini con l’indicazione dei numeri di telefono dei Centri antiviolenza.

Anche l’Istituto Benini nel 2017, in occasione di uno spettacolo teatrale, patrocinato dall’assessorato all’Istruzione, a conclusione del progetto sull’educazione alla parità e alla cittadinanza attiva e responsabile, ha rappresentato il ballo sul palco del Teatro La Corte dei miracoli, grazie all’impegno di una classe, l’allora III C RIM, guidata dalla docente di Scienze Motorie Valentina Carìa.

Quest’anno l’evento mondiale, per i problemi di distanziamento e per i divieti di assembramento, non ha potuto svolgersi in presenza.

Domenica 14 febbraio, alle ore 10,30 ha avuto luogo una bella manifestazione virtuale che ha coinvolto oltre 200 paesi in tutto il mondo.

Attraverso la piattaforma Google Meet, chiunque ha potuto aderire da casa, danzando sulle note della canzone “Break the Chain” e indossando qualcosa di rosso. La campagna di quest’anno ha lanciato l’hashtag #ColtiviamoLaNonViolenza, per ricordare che la difesa ambientale va di pari passo con la tutela della parità di genere.

«Seminate, curate giardini, fisicamente o metaforicamente – ha esortato Eve Ensler – fatelo per far nascere, crescere e coltivare qualcosa di migliore. Questo può essere il sogno in cui crediamo. Il momento è ora. I giardini ci ricordano la nostra connessione duratura con la vita, gli uni con gli altri e con la terra, che ci obbliga a fare tutto ciò che è in nostro potere per proteggere e nutrire la vita e tutto ciò che è sacro senza fare danni. La coltivazione della vita vegetale è anche un mezzo per la sopravvivenza. Coltivare cibo in un giardino in modo biologico, che si tratti del tuo orto interno o di un orto comunitario, ti consente di nutrire te stesso e la tua comunità. Fornisce autonomia e sottolinea la necessità di sicurezza alimentare in un mondo in cui a tanti sono negate queste risorse essenziali.»

L’auspicio è che il prossimo anno l’evento possa farsi all’aperto anche nella nostra città, magari con la partecipazione delle scuole, insieme alle pioniere della Banca del Tempo, a tanti uomini e a tante donne, proprio in occasione del 14 febbraio. Non sarà inutile ricordare il testo della canzone simbolo di questo evento. Le parole sono di Tena Clark e la musica di Tena Clark e Tim Heintz. La traduzione è di Maria di Rienzo.

SPEZZA LA CATENA

Sollevo le braccia al cielo/Prego in ginocchio/Non ho più paura/Io attraverserò quella soglia/Cammina, danza, sollevati/ Cammina, danza, sollevati/Posso vedere un mondo dove tutte viviamo/sicure e libere da ogni oppressione/Non più stupro, o incesto, o abuso/Le donne non sono proprietà/Tu non mi hai mai posseduta, neppure sai chi sono/ Io non sono invisibile, sono semplicemente meravigliosa/Sento il mio cuore prendere la corsa per la prima volta/Mi sento viva, mi sento straordinaria/ Danzo perché amo/Danzo perché sogno/ Danzo perché non ne posso più/Danzo per arrestare le grida/Danzo per rompere le regole/Danzo per fermare il dolore/Danzo per rovesciare tutto sottosopra/E’ ora di spezzare la catena, oh sì/Spezzare la catena/Danza, sollevati/Danza, sollevati/Nel mezzo di questa follia, noi ci ergeremo/Io so che c’è un mondo migliore/ Prendi per mano le tue sorelle e i tuoi fratelli/Cerca di raggiungere ogni donna e ogni bambina/Questo è il mio corpo, il mio corpo è sacro/Basta scuse, basta abusi/Noi siamo madri, noi siamo maestre,/Noi siamo bellissime, bellissime creature/ Danzo perché amo…./Sorella, non mi aiuterai? Sorella, non ti solleverai? /É ora di spezzare la catena, oh sì/Spezzare la catena/ Spezzare la catena.

Per chi vuole saperne di più, si rinvia al sito della Campagna One billion rising

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