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Anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano (prima parte)

di Pippo Ricotti

 Era una tranquilla giornata di metà ottobre quando la comunità di Lesius Niger, più comunemente chiamata formica nera, che da sempre vive nei campi alle porte di Melegnano, venne raggiunta da una terribile notizia.

Come saprete a differenza di molte altre specie animali, le formiche non hanno una forma di cooperazione sociale “normale”, ma si comportano come se facessero parte di un solo, grande, organismo, come se ne fossero le singole cellule, arrivando anche a morire per esso e lasciando perdere la loro individualità.

Il bene non è quello della formica, ma quello del formicaio.

Eggià le formiche non sono egoiste, non pensano a se stesse ma pensano al bene comune, per salvaguardare la loro specie e quello delle generazioni future.

Ma cosa hanno scoperto le formiche di così grave? Cosa stava accadendo di così terribile che avrebbe messo in pericolo l’esistenza dell’intera comunità delle Lesius Niger alle porte di Melegnano?

La comunità dei sapiens melegnanesi stava per dare luogo ad un intervento che ne avrebbe irrimediabilmente sconvolto la vita, cioè l’urbanizzazione di 400.000 metri quadrati di capitale naturale che andrà perso definitivamente e con esso la vita di milioni di formiche che li ci vivono da generazioni.

Alla scoperta di questa notizia come credete che abbiano reagito le Lesiue Niger? Sicuramente parafrasando il titolo di un vecchio libro, che molti ricorderanno, “Anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano” e se s’incazzano le formiche bisogna iniziare a preoccuparsi.

Una grande assemblea fu subito indetta dalla formica regina Marilù per mettere al corrente tutte le formiche che vivono in quell’area, che per comodità di chi legge chiameremo San Carlo-Bertarella, per capire anche quali strumenti utilizzare per salvaguardare il loro territorio, il suo fidato ministro della guerra Rudy per prima cosa chiamò i suoi quattro luogotenenti AlbyA, CorbyB1, EnryB2 e GiaciC, che sono i responsabili militari dei comparti da difendere.

Andava organizzata la Resistenza contro l’imminente invasione dei sapiens melegnanesi.

Agli ordini del ministro delle infrastrutture iniziarono immediatamente i lavori per la costruzione di barricate e trincee in difesa del perimetro del territorio.

Il ministro dei trasporti attivò immediatamente le famosissime SiB (Staffette in Bicicletta) per portare messaggi a tutti i formicai del circondario per chiedere aiuto.

Queste formiche-staffette sono molto conosciute e apprezzate per il loro coraggio, dedizione e sprezzo del pericolo e sono sempre utilizzate nei momenti di estremo pericolo per la comunità dei formicai.

Ma tutto questo sarebbe bastato per impedire ai sapiens melegnanesi di perseguire il loro nefando obbiettivo? o sarebbe stato necessario anche l’intervento di altri abitanti del territorio e in particolare degli abitanti del Bosco San Carlo? (continua)   

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