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Anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano (seconda parte)

di Pippo Ricotti e Sara Marsico

Il ministro della guerra Rudy era consapevole che quella che stavano per intraprendere sarebbe stata una guerra senza esclusione di colpi, che sarebbe costata milioni di vittime tra le fila delle Lesiue Niger.

Per questo motivo chiese l’intervento del ministro degli esteri Possy, per mettere in campo tutta la sua diplomazia per trovare un’intesa con le acerrime nemiche, le Formiche Rufa (formiche rosse). Averle alleate sarebbe stato vitale nella battaglia contro i sapiens melegnanesi.

Nel frattempo le Sib tra mille peripezie in sella alle loro biciclette avevano raggiunto le campagne dei territori dei sapiens di Carpiano, Vizzolo, Colturano, San Giuliano, Riozzo e Cerro al Lambro per avvisare le altre comunità di Lesiue Niger ricevendone l’appoggio sperato.

In quei giorni interi eserciti di Lesiue Niger si stavano muovendo in rigorosa fila indiana cantando Bella Ciao verso la San Carlo-Bertarella.

Forse non tutti sanno che a Melegnano c’è un bosco, ma gli animali che ci vivono lo conoscono benissimo: è il bosco San Carlo, è cresciuto negli anni spontaneamente bello e rigoglioso. In questo bosco vivono diverse specie animali che sarebbero in pericolo perché nei piani dei sapiens melegnanesi la distruzione del bosco è il primo degli obbiettivi. Per questo i suoi abitanti si sono riuniti in assemblea.

Durante il lockdown il bosco è stato tutto loro, ma da quando uscire a camminare è di nuovo consentito agli umani ogni tanto qualche sapiens ci viene a passeggiare per ritrovare quella calma e quel rapporto con la natura indispensabili a recuperare l’equilibrio perduto. Ci passano anche i cani e qualche gatto randagio. È bello interagire con loro.

Durante l’assemblea i conigli assumono il ruolo di moderatori. Prendono la parola per primi gli uccelli diurni chiedendosi come mai i sapiens non abbiano ancora capito la lezione della pandemia e cioè che la natura dev’essere rispettata e che in una città come Melegnano dove la densità abitativa è di 3.500 persone per chilometro quadrato ogni porzione di territorio lasciata agli alberi e alla vegetazione è preziosa.

I più preoccupati sono gli uccelli notturni, allocchi, barbagianni, civette e gufi che tra gli alberi trovano il loro riparo. Che cosa potrebbero fare per convincere gli umani a ravvedersi?

I topi, chiamati a raccolta da tutta la città, suggeriscono di allearsi con le formiche studiando una difesa inoppugnabile in caso di attacco, mobilitando anche vespe, tafani e zanzare coreane per fare una barriera tutt’attorno al bosco.

Il coniglio moderatore riferisce all’assemblea che un drappello di ambientalisti si è mobilitato a difesa del bosco.

La stampa locale e i sapiens melegnanesi li hanno etichettati come pericolosi sovversivi. Sempre più disorientati, gli animali del bosco si chiedono perché da un lato sentono parlare gli umani di rivoluzione verde, rispetto del pianeta, protezione della natura e dall’altro si prospetta la distruzione del bosco di San Carlo senza che questo crei il benché minimo problema a chi lo sta decidendo.

L’assemblea per il momento si scioglie con la domanda posta dalla regina delle gazze: «Forse l’ambientalismo è diventato un reato?».

La prima parte del racconto è stata pubblica la scorsa settimana. Qui per leggere l’articolo. In apertura, immagine da elementari.net

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