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Bertarella, i cittadini ricorrono al Tar

di Pietro Mezzi

Due i fatti importanti accaduti in quest’ultimo mese sulla vicenda Bertarella.

Il primo riguarda il ricorso al Tar contro la delibera della giunta comunale di adozione del piano attuativo dell’area su cui il Comune vorrebbe far edificare un data center; il secondo del via libera, dato dalla giunta comunale, alla delibera di approvazione del piano in questione.

Il primo fatto è datato 23 dicembre 2021, giorno in cui è stato notificato il ricorso al tribunale amministrativo regionale; il secondo 24 gennaio 2022.

Due fatti importanti, che vanno spiegati: il primo dal punto di vista politico; l’altro dal punto di vista tecnico-amministrativo.

Primo punto. A Melegnano, per la prima volta nella storia delle vicende urbanistiche locali, nei confronti di un atto amministrativo (in questo caso una delibera della giunta comunale) i cittadini, organizzati in Comitato, hanno deciso di condurre la battaglia anche sul piano legale (due i firmatari, moltissimi invece coloro i quali hanno sostenuto anche economicamente l’iniziativa). Un segnale, questo, della grande determinazione dei cittadini dovuta anche all’importanza della vertenza ambientale ingaggiata contro l’amministrazione comunale. Sono 150mila infatti i metri quadrati di questa trasformazione (o, come si diceva una volta, lottizzazione): si tratta, per dimensione, di una delle più grandi operazioni della storia urbanistica di Melegnano.

L’area della Berttarella è compresa tra l’A1 (a ovest), la linea dell’alta velocità ferroviaria (a est), la strada per Carpiano (a sud) e il filare di alberi (a nord): con il triangolo di terreno a est della ferrovia, tra le vie Morandi e Rizzi, vale 150mila metri quadrati

Ma il risultato è ancora più significativo se consideriamo che presentare un ricorso al Tar significa anche affrontare spese legali importanti, di alcune migliaia di euro. E proprio questo aspetto, quello dei costi, è la motivazione che spesso, molto spesso, spinge le amministrazioni comunali a procedere indisturbati senza ascoltare la voce dei cittadini. Con uno spirito che rasenta la protervia: l’arroganza del potere, appunto.

Questo stava per accadere anche per la vicenda San Carlo-Bertarella.

Con la raccolta dei fondi e il conseguente deposito del ricorso si è manifestata la ferma volontà di numerose persone, consapevoli e informate, che non ha eguali nella storia politica della nostra città.

Secondo punto. L’altro fatto rilevante riguarda la decisione della giunta di lunedì scorso. Un accadimento che ha bisogno di una spiegazione.

Su alcuni quotidiani infatti abbiamo letto, con titoli a più colonne, che la giunta Bertoli aveva approvato il piano urbanistico Bertarella. Un articolo che però “non la raccontava giusta”.

La delibera del 24 gennaio scorso infatti approva sì il piano in questione, ma in un punto del deliberato (il punto 3) stabilisce che gli effetti del piano stesso sono sospesi.

Detto in altri termini, la decisione della giunta non produce alcun effetto concreto.

Perché? Per il motivo che manca ancora il deposito delle fidejussioni dei privati a garanzia delle opere che gli stessi privati devono realizzare. E non si tratta di briciole, ma delle opere di urbanizzazione che i privati sono chiamati a realizzare, più gli standard qualitativi, le compensazioni ambientali, le spese tecniche, l’Iva, gli imprevisti, i costi degli espropri, le manutenzioni.

La delibera di giunta del 24 gennaio aveva un solo preciso scopo: approvare il piano entro i 90 giorni dall’adozione (che scadevano proprio il 24), come prevede la legge regionale per i piani attuativi, pena la decadenza del piano stesso.

Il futuro Data center. I due edifici (qui nel render in mezzo al verde) saranno alti 15 metri ciascuno, pari a 5 piani di un edificio residenziale.

La delibera di giunta, inoltre, contravviene anche a quanto contenuto nella stessa delibera di adozione del piano, quella del 18 ottobre scorso, che stabiliva che le fidejussioni dovessero venire depositate prima dell’approvazione del piano stesso.

Ma la sospensione della delibera deriva anche da altri “buchi amministrativi”, vale a dire dalla mancata conclusione di altri atti (considerati necessari dalla stessa delibera di adozione del 18 ottobre). Stiamo sempre parlando di atti prodotti dalla stessa amministrazione comunale!

Il primo buco riguarda la mancanza dell’approvazione, da parte del comune di San Giuliano Milanese, del progetto relativo allo svincolo sulla strada provinciale 40 Binasca; il secondo dall’assenza della concessione d’uso del terreno, di proprietà di Autostrade per l’Italia, necessario alla realizzazione della rotonda lungo la via per Carpiano e anche della conseguente carenza dell’autorizzazione da parte del ministero delle Infrastrutture relativamente alla stessa opera.

L’accessibilità viabilistica all’AT 24 definita negli accordi tra Comune e operatori privati

La deliberà del 24 gennaio scorso è quindi approvata, ma allo stesso tempo è sospesa, non ha quindi effetti.

Quindi, la partita sul futuro della Bertarella è ancora aperta

Talmente aperta che sulla delibera di adozione, quella di ottobre, pende il ricorso al Tar, che presto sarà chiamato ad esprimersi.

L’ultima riflessione riguarda il ruolo della stampa locale. Anche in questa occasione, purtroppo, la stampa locale ha limitato il proprio ruolo di utile servizio di informazione. E si è invece prestata a essere portavoce delle notizie diffuse dall’amministrazione comunale.

Domandiamo. Perché la stampa locale, invece di pubblicare le veline dell’amministrazione comunale con i titoloni trionfalistici del sindaco, non prova ad approfondire i provvedimenti e ad andare oltre la titolazione? Perché, ad esempio, non chiedere al comune di San Giuliano a che punto è la pratica di esproprio delle aree per la realizzazione dello svincolo sulla Binasca che si trova nel territorio di quel Comune? Perché non provare a contattare gli uffici di Aspi (Autostrade per l’Italia) per capire se la concessione delle aree necessarie alla realizzazione di alcune opere viabilistiche è stata o meno rilasciata?

Non si tratta di dettagli. Affatto. La soluzione degli aspetti viabilistici connessi alla trasformazione dell’ambito urbanistico San Carlo-Bertarella, l’AT 24, è la precondizione per poter realizzare il piano stesso. Senza la soluzione di questi problemi, di che cosa stiamo parlando. Per ora, di una delibera farlocca.

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