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Storie di ordinaria follia (e burocrazia)

Luciana Scaglione

 Tutto inizia da un banale avviso di accertamento per il presunto mancato pagamento di una rata IMU.

Di seguito si trovano le telefonate di rito tra l’impiegata C (comunale) dell’ufficio Tributi e la cittadina ansiosa e incredula che chiede chiarimenti. Si inserisce, poi, nella storia infinita l’impiegata P (postale) coinvolta dagli eventi.

Impiegata C: “Signora, ha pagato l’acconto, ma manca il saldo. La schermata parla chiaro, non è stato effettuato il versamento”.

Cittadina (Mary Poppins): “Signora, guardi che non è possibile, ho sicuramente pagato anche la rata a saldo, le scadenze me le segno sul calendario”.

Impiegata C: “Signora, controlli bene e, se è vero che ha pagato, mi faccia avere la ricevuta”.

Seguono ricerche di rito e discussioni di rito col marito che ovviamente sostiene trattarsi di empasse da mia fallace memoria. La mia; invece la sua …. ?§!@#

Cittadina (Al di sopra di ogni sospetto): “Signora, le ho mandato una e-mail con allegata la ricevuta del pagamento, l’ha già letta?”.

Impiegata C: “Signora, guardi che quella che mi ha mandato è la delega a pagare, non la ricevuta”.

Cittadina (Una giornata particolare): “Signora, guardi in basso a sinistra, c’è il timbro della posta con su scritto ricevuta di pagamento, quindi è stato pagato il dovuto”.

Impiegata C: “Signora, allora l’ufficio postale ha sbagliato a digitare il suo codice fiscale. Provi a sentire la posta perché qui il suo pagamento non è arrivato, la schermata parla chiaro”.

Segue telefonata di rito all’ufficio postale.

Cittadina (In attesa di giudizio): “Signora, dice l’impiegata C che, probabilmente, avete sbagliato a digitare il mio codice fiscale quando avete copiato i miei dati dall’F24”.

Impiegata P: “Signora, è impossibile, se avessimo digitato il codice fiscale errato il programma ci avrebbe segnalato l’errore. Lo riferisca all’impiegata C che non è possibile”.

Segue telefonata all’ufficio comunale.

Cittadina (Storia di ordinaria follia): “Signora, dice l’impiegata P che non è possibile avere sbagliato il codice fiscale. Non è che per caso avete accreditato i miei soldi ad altro cittadino? Peraltro ho verificato che con lo stesso F24 ho pagato i tributi anche all’altro comune che ha ricevuto tutto regolarmente”.

Impiegata C: “Signora, non è possibile perché il nostro programma aggancia il codice fiscale digitato dalla posta. La schermata parla chiaro”.

Cittadina (Sull’orlo di una crisi di nervi): “Signora, mi scusi, ma allora cosa cavolo devo fare? io comunque ho pagato”.

Impiegata C: “Signora, le conviene andare in posta e chiedere spiegazioni”.

Cittadina (Borghese piccola, piccola): “Signora, mi scusi, ma le leggi sulla trasparenza, sullo snellimento burocratico, sulla autocertificazione sono state abrogate? Anche io ho avuto a che fare con la pubblica amministrazione per qualche annetto, ma…”.

Impiegata C: “Signora, non so cosa dirle, non risulta il versamento e dovrà pagare; vada in posta e chieda a loro, forse hanno sbagliato a digitare il codice ente. Qui  “La schermata parla chiaro”.

Viaggio in posta n° 1

Cittadina (Mission impossible): “Signora, mi dice l’impiegata C che forse avete sbagliato a digitare il codice ente”.

Impiegata P: “Signora, ha portato la ricevuta?”.

Cittadina (Chi ha incastrato Roger Rabbit): “Signora, sì”.

Dopo una serie di operazioni al computer l’impiegata P, inespressiva, mi consegna una stampa musicata dalla stampante ad aghi.

Impiegata P: “signora, questa è la stampa dell’operazione di registrazione dell’F24. Vede? Il codice comune è giusto. La porti all’impiegata C”.

Cittadina (La mossa del cavallo) all’impiegata C: “Signora, ha visto che le ho spedito il documento che mi ha rilasciato l’impiegata P? Il codice ente è giusto, quindi è tutto sistemato?”.

Impiegata C: “Signora, non ha visto che hanno sbagliato il codice tributo? Glielo avevo detto che avevamo ragione noi. Deve ritornare in posta perché sono LORO che devono sistemare il LORO errore”.

Cittadina (Mezzogiorno di fuoco): “Signora, ma lo snellimento burocratico, le amministrazioni che si parlano, le amministrazioni amiche del cittadino…non dovreste chiamare voi in posta?”.

Impiegata C.: “Signora, no, deve andare in posta, poi mi faccia sapere. Io, da qui, non posso fare nulla, la schermata parla chiaro”.

Viaggio in posta n. 2

Cittadina (E’ stata la mano di Dio): “Signora, nel documento che mi ha rilasciato stamattina non ci siamo accorte (ho capito che usando il plurale non si sollecitano reazioni avverse) che per disattenzione (ho capito che usando ‘disattenzione’ anziché ‘errore’ non sollecito il cambio di espressività nel volto dell’interlocutrice) è stato digitato il codice tributo errato. E adesso?”.

Impiegata P: “Signora, ha portato la ricevuta?”

Cittadina (Cinquanta sfumature di rosso): “Signora, sììììì”

Impiegata P: “Signora, ora faccio la scansione e invio all’agenzia delle entrate la richiesta di regolarizzazione dell’F24”.

Cittadina (Saturno contro): “Signora, quindi, tutto bene?”

Impiegata P: “Signora, no, mi dispiace, ma il computer si è bloccato, non acquisisce il documento. Me lo fotocopio e faccio l’invio più tardi”.

Cittadina (Operazione San Gennaro): “Signora, come faccio a sapere se riesce a fare l’operazione e se l’invio è andato a buon fine?”.

Impiegata P: “Signora, la richiamerò io”.

Devo ammettere che sono orgogliosa di me, sono riuscita a restare calma, mi sono proprio comportata da “signora”.

Continuerà la caccia al tesoro all’altro capo del filo e resisterò fino all’ultimo respiro. Però ho deciso, chiederò aiuto al Padrino!!

 

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