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Melegnano, l’inefficienza in musica

di Alessandro Arioldi

 Le vicende della politica, devo essere sincero, non mi hanno mai appassionato e un impegno concreto in una compagine partitica, non rientrava nelle mie priorità quotidiane, pur essendo attento a una precisa e il più attendibile informazione e senza rinunciare ai miei basilari diritti-doveri di elettore.

In occasione delle scorse amministrative, ho però ricevuto una proposta che mi ha fatto riflettere e che mi ha convinto a partecipare più attivamente a un progetto politico tangibile, aderente alle mie idee, con persone serie, stimabili e con positive esperienze politiche alle spalle, per poter offrire anche il mio contributo a soluzioni intelligenti e lungimiranti a beneficio della nostra comunità cittadina.

In questi cinque anni ho dedicato molto del mio tempo al lavoro concreto sul campo, nella fase pre-elettorale, in riunioni, per la fase informativa e decisionale e nella partecipazione agli incontri pubblici, alle commissioni e ai consigli comunali.

L’approccio da neofita in politica, evidenzia da subito, un certo carico di ingenuità, nel tendere a ritenere che le decisioni vengano prese dopo un processo logico e il più coerente possibile con le proprie idee ed ispirate dalla propria Weltanschauung, coadiuvate da criteri di onesta razionalità, per essere messi al servizio della comunità a cui ci si rivolge e della cui maggioranza hai ricevuto mandato.

Purtroppo, quando ci si accorge che, nella maggior parte dei casi non è così, l’impeto entusiastico iniziale rischia di affievolirsi e può dare vita a un senso di straniante disorientamento.

Il tempo trascorso nell’aula consiliare ha confermato questa mia sensazione, in quanto sono stato testimone in molte occasioni, di funamboliche giravolte, decisioni incoerenti, spudorati voltafaccia, incompetenza e pressapochismo intollerante, in totale disconnessione con le esigenze della città e un indecifrabile menefreghismo nei confronti della volontà espressa dall’elettorato.

Insomma, richiamando un’efficace rubrica del mitico Cuore, settimanale satirico di resistenza umana, un disarmante “facciaculismo”, che purtroppo non ha colore partitico e si annida in ogni ganglio di una classe politica impreparata, che associa l’investitura elettorale, alla gestione personalistica del potere, incurante del fatto che le sue decisioni possano essere in disaccordo col beneficio promesso alla comunità.

La cronaca di questi mesi ha peraltro evidenziato una pervicace mancanza di una pur minima sensibilità ecologista, proprio nell’area politica in cui ti aspetti che sia presente, quando non addirittura esplicitata nei roboanti programmi elettorali.

Abbiamo letto di amministrazioni di “centrosinistra”, che hanno fatto scempio del fondamentale patrimonio arboreo della propria comunità o che sono in procinto di perseguire devastanti progetti, con la benedizione di assessori, iscritti o addirittura ex presidenti di associazioni ambientalistiche.

Fortunatamente, una sempre più diffusa attenzione della popolazione alle problematiche climatiche e ambientali, produce la formazione di comitati e di nuove realtà cittadine, che vanno in direzione ostinata e contraria a queste abominevoli scelte.

Da queste mie considerazioni e in previsione delle prossime amministrative, di cui il comune di Melegnano sarà partecipe, ho voluto rileggere il programma che avrebbe dovuto realizzare la coalizione che è uscita vincente, con il determinante contributo della sinistra locale, dall’ultima campagna elettorale nel 2017.

Sono passati, quindi quattro anni e mezzo ed al di là dei continui proclami della maggioranza, nell’esaltazione ridondante del proprio operato, le cose fatte, o meglio non realizzate, sono sotto gli occhi di tutta la cittadinanza, che non risparmia critiche a questa poco oculata e inespressiva amministrazione, colpevole in primo luogo del triste primato raggiunto, sancito proprio in questi giorni, con l’attribuzione della maglia nera del territorio per consumo di suolo.

Per raccogliere queste mie riflessioni, ho pensato a una fantasiosa classifica politico-musicale, in cui affiancare a un mancato compimento programmatico sui punti principali, definiti dall’attuale amministrazione di Melegnano, un brano musicale che evidenzia ed interpreta l’illogica allegria sbandierata, tra realtà e ipocrita fantasia.

Annunciata dall’indimenticato Lelio Luttazzi, per i più àgée, eccola la mia Top 20 delle incompiute di un’insipida amministrazione dopo quasi 5 anni, tra amarezza e ironia.

LA  TOP 20 DI MELEGNANO

  • Bilancio Partecipato – Quello Che Non Ho (F. De Andrè)
  • Sale Polifunzionali – Mani Bucate (S. Endrigo)
  • Palazzina Trombini – Vedrai Vedrai (L. Tenco)
  • Polo Tecnologico – La Realtà Non Può Essere Questa (E. Bennato)
  • Riutilizzo Struttura ex Inps – Il Pendio Dell’Abbandono (C. Consoli)
  • Piazza Garibaldi – Tempo Di Attesa (G. Di Marco)
  • Ala Corta del Castello – La Giostra Della Memoria (F. Mannoia)
  • Via Conciliazione – Ho Sognato Una Strada (I. Fossati)
  • Politiche per Disabili – Parole Parole (Mina)
  • Spazio Milk – Telefonami Tra Vent’anni (L. Dalla)
  • Centri Estivi – Un Errore Di Distrazione (Brunori sas)
  • Piano del Traffico – Senza Disturbare (C. Donà)
  • Piano del Territorio – Cara Catastrofe (Luci Della Centrale Elettrica)
  • Igiene Urbana – Danza Delle Vanità (P. Conte)
  • Raccolta Differenziata – Un Po’ Di Tutto (L. Bertè)
  • Comune Plastic Free – Altre Latitudini (G.M. Testa)
  • Trasporto Pubblico – Chissà Se Va (R. Carrà)
  • Sottopasso Ferrovia – Vento Del Nulla (F. De Gregori)
  • Palazzo di Vetro – Nostra Signora Dell’Ipocrisia (F. Guccini)
  • Melegnano “Demafizzata” – Dimentichiamoci Questa Città (V. Rossi)

Tengo a precisare che la similitudine, capitolo del programma-brano musicale, esula dal contenuto del testo del brano, ma vuole essere solamente una sinossi, che il solo titolo evidenzia come affinità elettiva, sulla base dell’effettivo esito di quanto sottoscritto.

Concludo, ricordando le imbarazzanti uscite di coloro che siedono tra i banchi della maggioranza, sia in sede consiliare che nelle dichiarazioni pubbliche riportate dalla stampa locale, che ogni volta mi fa venire alla mente la nota fiaba di Hans C. Andersen, I Vestiti Nuovi dell’Imperatore pubblicata per la prima volta nel 1837.

Nella speranza che, come nella fiaba, a conclusione di un lustro di acclarate incapacità,  deleteria incompetenza e inconcludenti annunci, indecentemente occultati dalla miracolosa foglia di fico della pandemia, giunga un’anima pura che indichi divertito al popolo, che il Re è nudo!

 

In apertura, piazza della Vittoria (foto, © Adriano Carafòli)

 

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